
“Nella notte ci guidano le stelle“. Quelle della Resistenza. Brillano nelle quindici canzoni che compongono il nuovo “disco partigiano” ideato da Marco Rovelli, prodotto insieme a Mimmo Ferraro, e al quale danno il titolo. Un disco che ha brillato anche al prestigioso Premio Tenco dove ha vinto la targa come ‘album collettivo a progetto’. Quindici canzoni per raccontare in musica la Resistenza, "l’evento sorgivo di una comunità aperta, inclusiva, profondamente democratica, di liberi e eguali" come la definisce Rovelli, massese, docente di storia e filosofia, scrittore, cantautore, musicista. Un evento da tenere vivo nella sua dimensione di testimonianza, di scelta etica. Uscito il 25 aprile per “Squilibri editore”, l’album raccoglie brani di grandi artisti, a partire da Vinicio Capossela che con “Tredici canzoni urgenti” ha vinto la Targa Tenco come ‘Miglior Album in assoluto’ e nel disco partigiano canta una versione di “Bella Ciao” con Dimitris Mystakidis. Poi Yo Yo Mundi e Lalli, Paolo Benvegnù, Serena Altavilla e Paolo Monti, Cesare Basile, Rovelli con Teho Teardo, Marlene Kuntz, Kento, Bestierare e Serhat AKbal, Ardecore, PierPaolo Capovilla e Bologna Violenta, Marisa Anderson, Petra Magoni e Alessandro D’Alessandro, Massimo Zamboni, ’A67, Mariposa.
La Resistenza “dipinta” in musica, guerra di liberazione e anche guerra civile drammaticamente epica come cantano molti brani dell’album. Canzoni che esaltano l’attitudine marziale di un popolo in lotta e brani, come quelli di Cesare Basile e di Rovelli con Teardo, in cui si celebrano disertori e renitenti alla leva, in un contrasto in realtà solo apparente.Poi brani diventati simboli internazionali, che incarnano valori universali, come “Bella Ciao”, nel Cd non a caso presenta in due versioni: oltre a quella di Vinicio Capossela e Dimitris Mystakidis, c’è una rarissima versione al femminile interpretate dai Yo Yo Mundi e Lalli. Un canto che è diventato un grido di libertà oltre ogni frontiera. E il respiro internazionale del disco è testimoniato anche dalla versione strumentale di Fischia il vento, proposta dall’americana Marisa Anderson, e dalla partecipazione del curdo Serhat Akbal alla rivisitazione di un canto rivoluzionario spagnolo insieme a Kento e Bestierare. Una presenza importante la sua: gli utili del disco saranno devoluti infatti proprio alla resistenza dei nostri giorni, quella curda, in particolare alla Mezzaluna Rossa Kurdistan.
Il Cd regala anche una rarità della Resistenza apuana: la versione partigiana di un vecchio canto anarchico scritto da Pietro Gori, Amore ribelle. "Un canto che per me era importante ci fosse – spiega Marco Rovelli – mi venne cantata molti anni fa da Alda Fruzzetti, testimone dell’eccidio di Forno e miniera di canti. Una versione inedita, con melodia diversa (in minore invece che in maggiore, con una strofa aggiunta sulla lotta partigiana) di cui non ho mai trovato altra traccia, e di cui ero rimasto l’unico depositario. In questo disco l’abbiamo salvata, e consegnata alla memoria condivisa". Da Rovelli un grazie speciale a Paolo Monti, musicista massese con cui collabora, che l’ha incisa con Serena Altavilla. "Grazie a lui anche per essersi messo a disposizione per il lavoro di backstage di altre due canzoni: Sbandati, che ho fatto con Teho Teardo, e A las barricadas 2023 di Kento, Bestierare e Serhat Akbal".
I brani sono tutti inediti tranne “Il nemico” di Massimo Zamboni, e composti per questa antologia, ad eccezione de “Il partigiano” dei Marlene Kuntzu e di Bella ciao di Vinicio Capossela. Un progetto ambizioso quello realizzato da Marco Rovelli, che include anche un video di Francesco Bartoli. Con materiali tratti dal documentario ‘Giorni di gloria’ del 1945, con la sonorizzazione della canzone Sbandati, Bardi ha realizzato un racconto insieme storico e poetico sulla lotta partigiana. A legare il tutto, nel libretto, i dipinti di Beppe Stasi che la resistenza la raccontano in forme e colori.
Emanuela Rosi