La protesta sui pontili contro il dissesto

Gli ambientalisti hanno fatto fronte comune sui sette moli della costa per dire stop allo sfruttamento delle cave e all’allargamento del porto

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Tra la folla di bagnanti che hanno invaso il litorale apuano ieri c’è chi ha manifestato, con striscioni, contro il dissesto ecologico. L’iniziativa, promossa da numerose associazioni ambientaliste, si è tenuta sui 7 pontili della costa apuoversiliese, da Viareggio a Marina di Carrara, compresi quelli di Cinquale e Marina di Massa. "Un dissesto – sostengono – che sta provocando danni irreversibili al clima, all’equilibrio naturale, alla biodiversità, al paesaggio, alle sorgenti d’acqua montane e alle falde acquifere, a piante e animali e minacciando la sopravvivenza anche di noi umani, compromettendo la nostra salute e il benessere economico e sociale". Tra le associazioni che hanno dato vita alla (pacifica) protesta ci sono anche Apuane Libere, Athamanta, Comitato Acqua alla gola Massa, Comitato Apuano salute ambiente, Comitato dei cittadini contro discarica ex Cava Fornace, Comitato Parco della Rinchiostra, Grig, In 500 sulla battigia, Italia Nostra Versilia, Legambiente Versilia e Wwf Alta Toscana.

Ma cosa chiedono queste associazioni? Il loro è un messaggio diretto. "Chiediamo – affermano in una nota – di fermare la distruzione causata delle cave che arricchiscono pochi e impoveriscono molti, distruggono la riserva d’acqua più importante della Toscana, devastano flora e fauna protette a livello internazionale. Chiediamo inoltre di arrestare l’inquinamento di suolo, aria e acqua: o bonificando il SinSir di Massa Carrara (ex Farmoplant e Cermec a Massa ed ex Rumianca, ex Italiana Coke, ex Ferroleghe, ex Fibronit a Carrara) o chiudendo la discarica di rifiuti speciali di ex Cava Fornace realizzata nei comuni di Montignoso e Pietrasanta a ridosso dell’area protetta del Lago di Porta e sopra le sorgenti di acqua che l’alimentano o tutelando l’acqua di canali e fiumi da scarichi di marmettola e acque reflue urbane non depurate".

"Chiediamo anche – continuano – di rinunciare a ingrandire il porto di Carrara che riacutizzerebbe l’erosione della costa aumentando il fenomeno di salinizzazione e aumenterebbe l’inquinamento per traffico e rumore nell’abitato di Marina di Carrara e nel suo circondario. Di tutelare l’integrità del Parco delle Apuane e del Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli o ampliandone i confini, o chiudendo le cave nelle Apuane a cominciare da quelle intercluse nell’area parco, o rinunciando a infrastrutture distruttive come “l’autostrada dell’acqua” che prosciugherebbe le riserve di acqua delle Apuane, o utilizzando i percorsi alternativi esistenti per la realizzazione della Ciclovia Tirrenica, evitando l’attraversamento delle riserve del parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli quali la Lecciona e la Bufalina. Di tutelare l’acqua da inquinamento e prelievi eccessivi, di tutelare il patrimonio di verde sopravvissuto all’urbanizzazione gli alberi, le pinete, i campi che purificano l’aria che respiriamo e favoriscono l’infiltrazione di acqua di pioggia in falda. E di trasformare il gestore idrico Gaia in azienda speciale consortile di diritto pubblico. Di ripensare infine alla gestione delle spiagge libere in area urbana prevedendo il ripristino di aree dunali anche nei giardini degli stabilimenti balneari".