
di Roberto Oligeri
La notte dell’Epifania ha portato la neve a Piastorla, minuscola contrada ad oltre 800 metri d’altezza, esposta ad ovest del Monte La Nuda. Questa borgata rurale, dove fino all’inizio degli anni Sessanta vivevano oltre 40 persone, ha conosciuto un’esodo radicale da parte di chi ci viveva, fino a rimanere deserta, disabitata. Ma tre anni fa Michele Ambrosini e Caterina Giannino, acquistata una vecchia casa, dalla città sono giunti fin quassù spinti dalla passione di vivere a contatto con gli animali. E ieri al cronista è stata rivelata una notizia sulla quale, fino a poco tempo fa, la coppia manteneva un geloso segreto. "La primavera prossima, nascerà il nostro primo figlio...;l’ultima nascita avvenuta a Piastorla risale ad oltre 60 anni fa - racconta raggiante Caterina - si tratta di una bambina ed entrambi abbiamo deciso che si chiamerà Morgana, come la fata della mitologia celtica ddai racconti di Re Artu’. Una donna positiva e forte, proprio le doti che servono per vivere qui. Siamo felicissimi di questo avvenimento: quando sarà il momento organizzeremo per lei una autentica “Festa della Vita“ che sia di auspicio per vedere ripopolate queste vallate e per far tributare alla splendida natura che ci circonda la stessa importanza e le cure che gli riservavano gli antichi abitanti di Piastorla".
In attesa del parto, Caterina continua ad occuparsi delle api e coltiva erbe officinali mentre Michele lavora presso una ditta boschiva; entrambi hanno una passione inveterata per gli uccelli rapaci, sono infatti provetti falconieri e posseggono in ampie voliere falchi, aquile, gufi e poiane."Abbiamo saputo da qualche anziano abitante della zona - racconta Michele - che in questo periodo che è il più freddo dell’annoquando il paese era abitato, Alcide Vegnuti, il norcino del tempo, iniziava la macellazione dei maiali a domicilio. Allora tutti vivevano di quanto offriva la terra e ogni famiglia allevava almeno un maiale per autoconsumo. C’era la tradizione però di non sacrificare gli animali il 15 gennaio, il giorno di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali, e questo in segno di rispetto nei confronti del Santo..." "La Chiesa parrocchiale qui del paese - spiega Caterina - è dedicata proprio a Sant’Antonio che è pure il Santo Patrono di Piastorla; ma chissà da quanto tempo non vi è più stata officiata una funzione religiosa...; per noi è un onore fare il possibile per tenerla almeno in ordine, nell’attesa, nella speranza magari che un bel giorno venga riattivata". "Il nostro desiderio - conclude Michele - è quello semplicemente di poter vedere il ritorno della vita in questo borgo dimenticato; attualmente ci viviamo noi due ed una anziana signora con la nipote , in totale 4 persone. Vi sono tante case chiuse, abbandonate: sarebbe bello vederle aggiustate, tolte dal degrado grazie a persone che decidessero di venire a vivere qui, nel rispetto degli altri vicini, della natura e degli animali che popolano queste foreste. Le definizioni con cui indicare la borgata, il villaggio non servono a nulla; è necessario portare qui gente animata da spirito pionieristico che decida, dopo avere esaminato,soppesato le proprie capacità e possibilità, di optare per una vita di qualità rispetto a una di comodità.