REDAZIONE MASSA CARRARA

Viaggio nella fattoria-rifugio a Fivizzano, "Così salviamo la vita agli animali"

Il progetto nato per caso a Mezzana: "Abbiamo iniziato prendendoci cura dei terreni di persone anziane"

Nella fattoria a Fivizzano vengono accolti animali in difficoltà destinati al macello

Fivizzano (Massa Carrara), 2 aprile 2022 - Doveva essere un trasferimento momentaneo, due anni fa all’inizio del lockdown, da Montignoso alla Lunigiana. Ma è capitata la fattoria.

Inizia così la storia del rifugio "Le ghiande di Teo", una fattoria nel cuore di Mezzana, frazione del Comune di Fivizzano che affaccia sul Pizzo d’Uccello. Un progetto che ha preso forma senza neppure averlo pensato e che si è costruito giorno per giorno sullo spirito d’iniziativa di Laura e del marito Achille. Laura racconta di essere capitata per caso a Mezzana dove con la famiglia si recava nei week-end a casa di un amico per aiutarlo nei campi. Finché un giorno una vicina di casa ha affidato anche il suo terreno alle loro cure: "Qui sono molti i terreni incolti di anziani che non hanno più la forza di dedicarsi ai campi", spiega. "I paesani sono meravigliosi: un’accoglienza straordinaria. Anna ci aiuta con gli animali quando dobbiamo assentarci; i più anziani ci aiutano dandoci preziosi consigli sulla semina e il raccolto".

Quando è scattato il lockdown, la famiglia si trovava a Mezzana e da allora è rimasta lì. Hanno cercato un appartamento d’urgenza ed è quello in cui vivono tutt’ora. "La bimba faceva lezione a distanza. Ogni giorno dalla finestra scorgeva un daino che si avvicinava alla sua cameretta e che poi abbiamo scoperto essere femmina. Ci ha fatto diventare nonni: ci siamo appassionati alla natura". Dal campo della vicina, ad un frutteto, poi un uliveto ed alla fine è capitata l’occasione della fattoria: "Era abbandonata da diversi anni. Comoda, vicina a una strada caratteristica, anticamente percorsa da cavalli. Così è nata l’idea di accogliere gli animali". Hanno iniziato con le galline araucane con l’idea di fare allevamento delle uova azzurre. Poi è nata la collaborazione le varie associazioni di tutela degli animali: "Abbiamo iniziato a ospitare caprette sequestrate da una ditta in fallimento, che poi si è scoperto essere un allevamento intensivo. Erano diffidenti: avevano addosso i segni delle gabbie".

Presto la fattoria si è riempita: sono arrivati i mini-pony accolti da un allevamento in disuso, i conigli che erano considerati da macello e che invece ora sono abituati come gatti. In fattoria ci sono anche le oche che venivano usate per addestrare i cani da pecora. "Abbiamo salvato gli animali donando loro un po’ di quella vita che meritano", dicono. Sul futuro non ci sono dubbi: "Il prossimo anno Nicole andrà alle superiori: se sceglierà una scuola in costa, mio marito si sacrificherà per gli animali e resterà qui ad accudirli. Noi lo raggiungeremo nei fine settimana". Il sostentamento della famiglia si regge sulla vendita dei prodotti coltivati e sulle offerte delle persone che decidono di trascorrere giornate in fattoria: "Abbiamo allestito tavoli da pic-nic e si può partecipare ad attività quali raccolta delle olive, dei frutti, della verdura, delle castagne, delle uova direttamente dal pollaio, oppure dar da mangiare agli animali e partecipare alla potatura degli alberi da frutto".

A Natale i terreni vengono addobbati con slitte e renne, per l’Epifania compaiono le befane. "Per eventi come la Pasqua coinvolgiamo le frazioni di Casola, Gragnana, Mezzana: abbiamo riferimenti di case che vengono messe in affitto per chi ha voglia di fermarsi a dormire dopo le attività in fattoria". Laura ed Achille non rimpiangono nulla: "La Lunigiana andrebbe rivalutata: basta alzare la mano per toccare il paradiso".

Michela Carlotti