REDAZIONE MASSA CARRARA

La famiglia Menzione e la città. Una targa ricorderà gli industriali

Dopo il libro di Franco Frediani oggi la cerimonia nell’abitazione di via Giardini

La famiglia Menzione e la città. Una targa ricorderà gli industriali

“I Menzione da Napoli a Massa” è il titolo del libro, in vendita nelle edicole e librerie della città, che Franco Frediani ha voluto dedicare alla famiglia di industriali che nella seconda metà dell’800 decise di trasferirsi da Napoli a Massa, eleggendola a loro città di affetti e interessi commerciali. A onorarne la memoria oggi, alle 18, su iniziativa dell’autore e di concerto con l’amministrazione comunale, si terrà la cerimonia di scoprimento di una targa marmorea in ricordo di Giovanni Menzione, il patriarca della famiglia. La cerimonia, avrà luogo in via Giardini, nella casa che fu la prima abitazione di Giovanni (l’attuale B&B Il Cuore), alla presenza del sindaco Francesco Persiani, dell’assessore alla cultura Monica Bertoneri e dell’avvocato Ezio Menzione, ultimo erede massese della famiglia.

Ma chi erano i Menzione? Siamo nel 1869 quando Giovanni Menzione, agiato commerciante napoletano nel settore del lapideo, decise di trasferirsi con tutta la famiglia a Massa dove intratteneva proficui rapporti di lavoro. In poco tempo getterà le basi di quella che sarebbe divenuta una delle aziende del lapideo più importanti della Toscana. In breve fu parte attiva della vita sociale, occupando anche cariche politiche quale quella di assessore comunale. A Giovanni si deve lo sviluppo dell’azienda: è del 1871 l’acquisto di terreni alla Zecca in località al Buco sul Frigido, su cui sorgerà la prima segheria. Poi alcune cave, a Carrara e nel versante massese, tra cui la “Madielle”, la “Poggio dei Pucci” col breccia violetta, la “Rocchetta” e la “Valsora Palazzolo” col pregiato bianco P. Quindi una seconda segheria alla Zecca, un arenile di 8300 metri quadrati, persino un bastimento di 131 tonnellate, un oliveto a Ortola, poi a monte di Canevara inaugurò un molino da grano a cilindri, un secondo mulino e un frantoio alla Zecca, una terza segheria ai Margini.

Di anno in anno la “Giovanni Menzione” andò sempre più espandendosi, affermandosi e rafforzandosi sia nel ramo industriale e commerciale del marmo, che in quello dell’agricoltura col commercio di grani e farine. Giovanni morì il 22 dicembre 1905 a 71 anni: saranno i figli Vincenzo e Francesco a ereditare e gestire il vasto patrimonio, di cui già si occupavano. Vincenzo a 29 anni, sposa Emma Frediani, la primogenita del tipografo Bernardo, uno stimato professionista discendente da antica famiglia di stampatori. Sotto la direzione di Vincenzo l’azienda si espande ulteriormente e vengono acquisite altre proprietà. Tra queste, quella sul Monte di Pasta, non tutto il Monte ma quasi. Una parte del lato nord fu poi ceduta al Comune per accorparla al Parco della Rimembranza mentre l’area in piano, da via Sottomonte alla Cervara, nell’immediato dopo guerra fu “svenduta” allo Stato che, grazie ai fondi americani Unnra, vi realizzò il Villaggio Apuano. Vincenzo morì a 55 anni nel 1911.