La Croce Bianca chiama i giovani. "Abbiamo bisogno di personale"

Nata nel lontano 1911 oggi è l’associazione più longeva della provincia. L’impegno di volontari e dipendenti

Massa, Croce bianca

Massa, Croce bianca

di Monica Leoncini

Le immagini degli anziani trasferiti nelle strutture Covid non si possono dimenticare. E neppure la paura, ad inizio pandemia, quando mancavano anche semplici mascherine. Ma i volontari non sono mai mancati. La Pubblica assistenza Croce bianca di Aulla è un centro operativo che fornisce decine di servizi socio sanitari, ma anche formazione ai volontari e servizio civile. E’ l’associazione più longeva della provincia: nata nel 1911, si è costituita giuridicamente negli anni Sessanta. Prima era nel centro storico di Aulla, poi è stata trasferita in un edificio più grande, vicino al casello autostradale. Volontari e dipendenti sono impegnati ogni giorno con interventi ordinari e di emergenza. C’è bisogno di più personale, magari anche di giovani del servizio civile, visto che il bando è in scadenza.

"Chi l’ha già fatto - racconta Sophia Alicino, vice presidente e responsabile volontari -ne parla come di un’ottima esperienza, tanti ragazzi sono migliorati dopo il percorso. Vogliamo avvicinarci al mondo dei giovani, con corsi di Bls nelle scuole superiori e incontri informativi. Il volontariato richiede poco tempo, quello che una persona può donare agli altri. Non ci sono solo l’ambulanza e l’emergenza, le attività che svolgiamo sono parecchie. In passato abbiamo promosso campi estivi per i più piccoli, insegnando loro come contattare i numeri di emergenza. E poi il progetto contro la violenza sulle donne ‘C’è Luisa’. Presto apriremo un punto di ascolto, dopo la formazione, col progetto Vanessa". "Dopo la costituzione del 118 - aggiunge il presidente Achille Guastalli - ci sismo spostati per l’ampliamento dei servizi. Noi siamo centrali, interveniamo in autostrada, nei comuni di Aulla, Podenzana, Tresana e metà di Licciana Nardi, ma ci chiamano anche a Villafranca e Bagnone. Ogni giorno ci sono due ambulanze attive per l’emergenza, i viaggi ordinari per trasporti e dimissioni o viste specialistiche".

"Disponiamo di cinque ambulanze attive di categoria A - aggiunge Enrico Gavarini, responsabile dei dipendenti -, cinque Doblò per il trasporto disabili e cinque macchine, compresa un’auto medica. Abbiamo molte spese, i nostri mezzi devono sempre essere in ordine, i costi sono aumentati. Ottanta i nostri volontari, venti i dipendenti. I numeri parlano chiaro: duemila emergenze nel 2021". Basta vedere i fogli in cui sono annotati tutti i servizi giornalieri per vedere che sono tanti e tutti incastrati con precisione, quasi trenta al giorno, tra chi accompagna persone a fare dialisi, visite mediche, terapie oncologiche. In Lunigiana sono i primi come numero di interventi, in provincia secondi dopo Carrara. "Servirebbe un presidio per la Lunigiana - commenta Guastalli - per mettere in sicurezza un territorio così vasto. Il tempismo in certi casi è essenziale, noi paghiamo lo scotto di essere territorio di confine. Il Covid ha creato consapevolezza della fragilità delle persone è aumentata la tensione, ma anche l’attenzione e il timore, soprattutto a inizio pandemia. Tutti ricordiamo gli anziani trasportati in strutture Covid, erano spaventati, non ci riconoscevano, le famiglie ci lasciavano borse di vestiti da portare loro, siamo stati un collegamento. Alcuni viaggi sono stati terribili, abbiamo portato persone gravi a Livorno, Pisa, Volterra quando mancavano i posti nelle terapie intensive. I volontari però non si sono mai tirati indietro".