La città fa squadra e vince un ‘bagno di folla’ Maurizio Ferraris apre le tracce di Con-Vivere

Dopo i saluti di Enrico Isoppi e Serena Arrighi, il filosofo torinese ha inaugurato il festival culturale voluto dalla Fondazione Crc

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di Claudio Laudanna

Nell’anno in cui il tema dell’intera rassegna è quello delle tracce, quella lasciata da Con-Vivere su Carrara, e i carraresi, ieri era ben visibile ancora prima del taglio ufficiale del nastro. Ogni anno ormai quando arriva settembre in centro si inizia a respirare non tanto l’aria della festa, quanto piuttosto una voglia da parte di tutti di presenziare a un evento di cui si riconoscono lo spessore e l’eleganza e che ha l’indiscusso merito di far sentire tutta la città "un po’ più città".

Tutto questo lo si percepiva ieri semplicemente passeggiando per le strade e le piazze, mentre gli ultimi stand venivano montati e i tecnici erano impegnati nel tirare cavi, provare microfoni o spostare sedie, ma anche nel guardare le vetrine dei negozi e i banconi di bar e ristoranti, per non parlare delle facce dei turisti che, timidi, passeggiavano con il naso all’insù. L’apertura ufficiale è stata poi un bagno di folla, il "solito" bagno di folla verrebbe da dire, ma poi il pensiero va alle ultime edizioni, alle mascherine, ai tamponi e alla pandemia che ha sconvolto le vite di tutti e allora quando il presidente della Fondazione CrC Enrico Isoppi parla di "festival della ripartenza" si capisce perché non sarebbe giusto dare per scontate le tantissime persone che ieri erano in via del Plebiscito per salutare la partenza di Con-Vivere. "Una manifestazione – spiega Isoppi – che è sempre più frutto di un gioco di squadra, un lavoro continuo che coinvolge noi e la nostra Fondazione Progetti, ma anche il Comune, la Camera di commercio, l’Accademia di Belle Arti e la Fondazione Marmo. Tutti assieme abbiamo resistito alla pandemia, siamo andati avanti e ora è ancora più bello essere qui per ripartire".

"Con-Vivere – aggiunge la sindaca Serena Arrighi – è una realtà molto importante per l’intera città e tra i suoi tanti meriti ha quello di mettere assieme tanti soggetti diversi". "Parte oggi (ieri, ndr) – sottolinea Cristina Lorenzi, giornalista de La Nazione, mediapartner dell’evento, e presentatrice della conferenza inaugurale – quella che è senza dubbio la manifestazione più importante della città, l’evento a cui partecipano tutti e che fa sì che Carrara si metta il suo abito più bello. Quest’anno si affronterà il tema delle tracce e di come queste abbiano influito, influiscano e influiranno sulla nostra storia".

Il compito di entrare nel merito di quello che sarà il fil rouge di questi quattro giorni è toccato poi al direttore scientifico Maurizio Ferraris che ha parlato del concetto di ‘documanità’ partendo dalle mani lasciate dagli uomini preistorici in una caverna fino a quello che tutti noi ci si lasciamo dietro quotidianamente sul web. "La capacità di deporre e capitalizzare le tracce è quello che differenzia l’uomo dall’animale – spiega –. Le tracce sono quel qualcosa che, secolo dopo secolo, ci ha portato dall’immaginare Icaro con le ali di cera a passare per Leonardo, i fratelli Wright fino ai passeggeri arrabbiati negli aeroporti. Oggi nella società digitale tutto diventa traccia, tutto viene registrato e sfruttato".