"Io, Claudia e il mal di pancia in cava"

Carlo Verdone, festeggiato per i 70 anni, ricorda le vacanze e i 2 film girati nella nostra provincia tra aneddoti irresistibili

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di Luca Cecconi

Ha compiuto da poco 70 anni ed è stato celebrato in tutta Italia, come merita. Lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo ha omaggiato. Parliamo di Carlo Verdone, uno degli attori e registi più amati, collezionista di gag, personaggi e opere indimenticabili. Figlio di Mario Verdone, docente universitario di storia del cinema, dirigente del Centro sperimentale di cinematografia e critico cinematografico, Carlo debutta nello spettacolo nel 1977, nel varietà televisivo di Enzo Trapani "Non stop". Con lui una nuova generazione di comici, dal gruppo della Smorfia di Troisi ai Gatti di Vicolo Miracoli. Fu un successo. Sergio Leone, amico di famiglia, ne resta affascinato e lo chiama per debuttare sul grande schermo. Nasce così nel 1980 il film "Un sacco bello" e il successo è straripante, bissato poi l’anno dopo da "Bianco, rosso e Verdone". Film in cui Verdone porta al cinema i suoi personaggi, alcuni dei quali già comparsi in "Non stop".

Verdone apuano. Nel 1992 gira "Al lupo al lupo", un film che è un omaggio al padre e alle sue origini toscane (la nonna di Carlo era di Siena): acune scene sono ambientate a Carrara, alla cava di marmo Cattani. Nel 1995 Verdone torna dalle nostre parti con "Viaggi di nozze", con alcune scene, insieme a Claudia Gerini, girate sempre alle cave di Carrara e sulla spiaggia di Marina di Carrara e Marina di Massa. Ed è proprio a "Viaggi di nozze" e alla Gerini che Carlo Verdone ha fatto riferimento nel programma di Rai 3 "Che tempo che fa" condotto da Fabio Fazio.

"Eravamo d’estate a Forte dei Marmi – ha detto Verdone – e avevamo finito le riprese. Così ho convinto Claudia a fare un giro sulle Apuane. Prima però abbiamo preso un bel gelato in centro al Forte. Ma, mentre si saliva sui monti, non si sa come e perchè, il gelato ha fatto uno strano effetto e e ho cominciato a sentirmi male. Intanto eravamo nella zona delle cave (a Colonnata, ndr). Avevo visto dei cartelli che dicevano di stare attenti, di pericolo, di moderare la velocità ma non ci ho prestato molto caso. Stavo male, avevo un problema, ma un po’ per l’imbarazzo e anche perchè a quel punto non avrei potuto tornare indietro, ho proseguito a guidare su strade che diventavano sempre più impervie. Ad un certo punto è stata Claudia a rompere gli indugi: “Carlo, ho un problema di... pancia. Bisogna tornare in albergo“. Le ho detto che anch’io avevo lo stesso problema ma che ci voleva un’ora a tornare a Forte. “Troviamo un albero“, ha detto lei. Giusto, però di alberi non ce n’era".

Il racconto di Verdone in Tv diventa una vera e propria gag comica, tutta da ridere. "Allora – ha continuato il comico romano – ho fermato l’auto in un piazzale. Intorno era tutto... bianco. Eravamo in una cava. Le ho detto: “Io vado dietro a quel blocco di marmo e tu vai dietro a quell’altro”. E così abbiamo fatto, di corsa. Mentre stavamo... operando è successo il finimondo: esplosioni fortissime, sassi che rotolavano dal monte... Insomma, stavano esplodendo delle mine come si fa nelle cave di marmo. Mi sono spaventato a morte e sono uscito da dietro al blocco correndo, con i pantaloni in mano. Lo stesso ha fatto Claudia, che urlava perchè non sapeva cosa stesse accadendo: “Ma qui sparano”, diceva. Stavamo entrando in macchina, e non vi dico come eravamo messi, quando sono spuntati dei cavatori che ce ne hanno dette di tutti i colori, travisando anche quello che avevamo fatto: “Deficienti, quelle cose andate a farle in camera vostra. Ma non li avete letti i cartelli?”. Insomma, nella tragicità della situazione è stato molto divertente. Io e la Gerini ne abbiamo parlato per anni. E chi se le scorda più le cave di marmo delle Apuane".

Ma Verdone, nella nostra zona, è venuto spesso. Erano i luoghi amati dal padre Mario che faceva parte di quella ‘intellighenzia’ italiana che trascorreva l’estate tra Vittoria Apuana, Cinquale, Ronchi e Poveromo. "Venivamo spesso – ha raccontato Carlo – siamo stati in vacanza a Cinquale, Poveromo e Marina di Carrara. Anche lì, come a Roma, papà mi ha fatto conoscere molti artisti e letterati. Ricordo ad esempio Mino Maccari".

Nell’estate del 1986, finite le riprese di "Sette chili in sette giorni", Carlo è tornato in vacanza a Poveromo. In quel momento era sposato con Gianna Scarpelli e aveva avuto da poco la prima figlia Giulia. Al mare andava al Bagno Oliviero, l’ombrellone ce l’aveva al confine con il Bagno Sport e Natura dove ha incontrato un amico di suo padre. La sua presenza non è passata inosservata. Lui ha simpatizzato con tutti, regalando ovviamente anche alcune gag.