
Inseguendo il medico. I pazienti ‘emigrano’ per trovare assistenza
Non c’è più libera scelta per i pazienti assistiti. I medici di famiglia sono sempre meno e hanno una marea di malati da curare. A Pontremoli, il 27 marzo andrà in pensione il dottor Pier Camillo Cocchi e un migliaio di assistiti non saprà a chi rivolgersi perché quasi tutti gli altri 7 medici sono già quasi al top delle quote ( 1500+ 300 a richiesta, ma con la segreteria). Il rammarico è che fino a un anno fa i posti ci sarebbero stati, ma con l’esodo dei medici a Mulazzo, Villafranca e Filattiera, che non hanno trovato sostituzione è saltato il blocco da comune a comune perché l’Asl ha consentito a questi pazienti di iscriversi nelle liste dei medici pontremolesi che hanno fatto il pieno con iscrizioni arrivate da fuori.
Così ora per gli assistiti pontremolesi del medico pensionando sono rimaste ancora caselle vuote da riempire nell’elenco di un paio di dottori che stanno frequentando l’ultimo anno di specializzazione e che hanno il limite a quota mille. Si sta scatenando dunque la rincorsa al medico di base e soprattutto gli anziani sono arrabbiati. E’ già un trauma per loro dover salutare il medico di fiducia che li ha assistiti per tanti anni, ma ora sono costretti a scegliere forzatamente in un ventaglio molto ristretto, a causa dell’apertura all’esterno. Fino a poco tempo fa per scegliere un medico fuori comune occorreva presentare una domanda in deroga all’Asl che autorizzava un numero di casi molto limitato. Tra i medici pontremolesi giovani c’è chi a Natale aveva 600 pazienti e nel giro di due mesi ne ha aggiunti mille di più.
E il sovraccarico di assistiti determina inevitabilmente una riduzione della disponibilità oraria accendendo la possibilità per i cittadini di esercitare il diritto della libera scelta. Medici di famiglia cercansi, ma negli ambulatori sono ormai introvabili. Intanto la SdS si accinge a chiedere un medico per sostituire Cocchi: ci sono difficoltà a trovarlo. Ci sarebbe una dottoressa di nazionalità spagnola, ma è diventata mamma da poco e non potrebbe essere subito disponible. La gente è preoccupata: perché nessun medico vuole intraprendere questa carriera? Ci sono località dove la mancanza del medico di famiglia costringe una popolazione avanti con l’età a fare parecchi chilometri per farsi prescrivere soltanto una ricetta. Così gli interrogativi si inseguono man mano che si allunga la lista dei medici di base in pensione.
"La strada che attende i medici di famiglia è sempre ricca di ostacoli e di burocrazia – commenta il dottor Cocchi –. Un medico di famiglia deve rispettare la lista della spesa farmaceutica altrimenti ricevi bacchettate sulle dita. Non è più come una volta, si lavora tra le scartoffie. Però difenderei la posizione autonoma dei medici di famiglia. Se diventiamo dipendenti dell’Asl finirà anche la relazione fiduciaria con i pazienti che spesso ci considerano famigliari".
Stanno smantellando anche le guardie mediche perché non trovano medici che cercano posti migliori. Lo stesso accade per i sanitari dei pronto soccorso. "Per formarli occorrono anni e ormai siamo al collasso" sottolinea Cocchi. Le scuole di specializzazione sono un muro: i laureati in medicina che devono scegliere trovano dei numeri chiusi, perché per la normativa europea chi frequenta i corsi deve ricevere una borsa di studio di 11mila euro l’anno e mancano i fondi.
Natalino Benacci