
Renato De Rosa, classe 1957, consulente aziendale di politiche comunitarie e scrittore ha pubblicato ’In linea d’aria’ il suo secondo libro
Si definisce un autore bisestile, nel senso che pubblica un libro ogni quattro anni. Arriva in libreria ’In linea d’aria’ di Renato De Rosa (Seed Selvatiche Edizioni), classe 1957, consulente aziendale di politiche comunitarie e scrittore: al solito un mix di generi ("Detesto i generi"), romanzo umoristico, giallo, noir, romanzo di formazione, un atto d’amore per la musica, ma anche un libro filosofico, ricco di citazioni ma con tono leggero, "fruibile a tutti i livelli, al mare o per una riflessione più seria".
Protagonista è una band di ragazzi sui 30 anni, i ’Forever Young’, chiamati per un concerto nel paesino di Macchiacupa, che in teoria dista dal loro 15 chilometri in linea d’aria, ma in realtà si rivelerà essere un altro mondo. Intanto perché ci sono le montagne di mezzo e ci vorranno tre ore e mezzo di tornanti, poi perché dopo una serie di rocambolesche avventure sarà chiaro che si tratta di un luogo dove viene ribaltato il concetto di vero e di falso, tutta quella serie di false credenze o fake news su cui ci costruiamo la vita. "Un po’ come Wil Coyote quando oltrepassa il ciglio del burrone e non precipita perché sotto di sé vede la nuvoletta di polvere, e quando non la vede più allora sì precipita" spiega divertito De Rosa.
Gli chiediamo come concilia professione e scrittura: "Malissimo, perché scrivo solo nei week end e nelle feste natalizie, per questo scrivo un libro ogni quattro anni. Però forse è anche un bene, perché ho il tempo di meditarli e di curarli". De Rosa discende da una famiglia di attori itineranti (a cui ha dedicato il libro Figli d’arte, ed. Photo Travel): il bisnonno della Basilicata era un nobile che s’innamorò di un’attrice e fu diseredato dalla famiglia e si aggregò alla sua compagnia. Ebbero 11 figli tra cui il nonno, che ereditarono dalla madre l’arte teatrale e dal padre lo spirito ribelle: sempre dalla parte dei più deboli. Anche il padre di De Rosa recitava, e s’innamorò di un’avenzina quando venne a recitare qui. "Furono antifascisti e per tutto il ventennio, si chiusero in un teatro per impedire ai fascisti di dargli fuoco. Ma pagarono cara questa loro ribellione perché non arrivarono mai ai grandi palcoscenici". Tuttavia, loro che avevano resistito a tutto furono spazzati via come tutte le compagnie itineranti tra il 1950 e il 1955, sconfitti dalla tivù e dal cinema.
Il libro sarà presentato oggi a Massa alle 15.30 alla Fondazione Pelù - Via Marina Vecchia e ad Avenza, domenica alle 18 da Rc Music in Via Turati, 41A.