
Il VII Luglio ottant’anni anni dopo. Le donne ricordano e festeggiano
L’Anpi cittadino ricorderà la celebre impresa delle donne del 7 luglio, che con la loro fermezza evitarono l’evacuazione della città opponendosi al comando nazifascista. L’iniziativa intitolata ‘Anche noi siamo donne del 7 luglio’ è patrocinata dal Comune di Carrara e dalla Fondazione cassa di risparmio di Carrara, che ospita anche l’evento a Palazzo Binelli e rientra nel ciclo di iniziative ‘Attorno al 7 luglio’. Tre giorni di eventi per una riflessione a trecentosessanta gradi sui valori della Resistenza. Si parte lunedì alle 21 con l’inaugurazione della mostra ‘Resistenza: ricordi e musica’ e contestualmente saranno premiati gli studenti del liceo artistico Gentileschi che hanno ideato la grafica della locandina degli eventi organizzati da Anpi Carrara. Martedì alle 21 sempre a Palazzo Binelli, è in programma ‘Resistenza allora, Resistenza oggi: esiste ancora una guerra giusta?’, un colloquio assieme a monsignor Carlo Vaccari, vescovo della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli e Massimo Bisca, membro della segreteria dell’Anpi nazionale. Mercoledì alle 21 si chiude il ciclo di appuntamenti dedicati alle donne del 7 luglio con ‘Oh ragazze dalle guance di pesca’ della ‘Casa delle camelie’, interviste e dialoghi sull’insurrezione delle donne carraresi a cui è dedicata questa ricorrenza.
Alle donne del 7 luglio lo scorso anno l’Anpi Carrara su proposta della sua presidente Almarella Binelli, ha intitolato il bassorilievo che si trova davanti a palazzo civico, mentre l’amministrazione come sempre deporrà una corona alla targa commemorativa di piazza delle Erbe. Il 7 luglio del 1944 rappresenta ancora oggi una delle pagine più belle della Resistenza apuana e quest’anno si festeggia l’ottantesimo anno dall’insurrezione. Come noto il 7 luglio 1944, in piena Seconda guerra mondiale, a Carrara le donne scesero in piazza per protestare contro l’ordine, emesso dal comando militare tedesco, di evacuazione degli abitanti della città e delle frazioni a mare.
Sfidando un presidio di militari tedeschi armati, le donne al grido di "Non abbandonare la città" ottennero dal Prefetto la sospensione dell’ordine e salvarono la città dall’evacuazione.