
Anpi
Carrara, 12 aprile 2018 - I partigiani, nel giorno della liberazione della città, lanciano un monito alla città. A parlare è Alessandro Conti dell'Anpi. "Bella cerimonia la nostra. Bella e sentita come sempre. Ogni anno Carrara ritrova le sue radici di città libertaria, generosa, eroica, democratica. Ed il suo orgoglio. Sarebbe bene che fosse così tutti i giorni, che aprisse gli occhi ogni mattina: una bella riflessione su quelle radici, l’ epopea della Resistenza; a sua volta innestata sulla bellezza che prima ancora aveva sparso per il mondo, ed anche in sé medesima, la sua bellezza antica, sconciata dall’ incuria, quasi da un desiderio di imbruttirla. Sapete una cosa? Se valorizzassimo di più il suo passato, di eroismo e di bellezza, avremmo meno disoccupati. Recentemente abbiamo avuto una grande manifestazione Antifascista. Bene. Ma perché deve servire un oltraggio quale quello delle svastiche a tirarci le orecchie? La negligenza a riflettere sul passato, a non curarlo, sia per il ricordo di quei prigionieri nazisti catturati dai nostri Partigiani l’ Undici Aprile, sia per i marmi nobili scolpiti sulle facciate, per il Duomo, per il Gigante, per la fontana della Sirena e tantissimo altro, salvati dalle nostre Donne del Sette Luglio dalla distruzione , tutto questo ci interroga. I Carraresi debbono scuotersi dal torpore. Richiamino i loro ricordi e scopriranno di averne un tesoro. Riflettano sulle risorse della loro mente. Amino la loro Città, il suo passato. Carrara avrebbe potenzialità enormi, se i suoi cittadini volessero aiutarla. E’ possibile che mi capiti di parlare di Resistenza e in pari tempo di illustrare un monumento a dei forestieri, che mi fermano per strada e chiedono qualche ragguaglio e non si staccano, mostrando meraviglia per la rivelazione di un luogo di cui sapevano solo il nome? Bellissimo è poi il rapporto che si può stringere con quei giovani artisti che di Carrara sono letteralmente entusiasti. Mangiano stipiti di marmo e Resistenza e alla mia domanda “Che ci fai qui ?” rispondono entusiasti, convinti che Carrara sia una miniera di sorprese. Ora dico che i nostri concittadini non possono cavarsela con riflessioni fatte una volta l’ anno. Eventi quasi quotidiani ci devono allarmare sulla sorte della Democrazia, portata in Europa dall’ Illuminismo, dalle lotte sociali, dalla Resistenza e dalla sconfitta del nazifascismo.
Tre giorni orsono Orban ha vinto per la terza volta le elezioni e le sue dichiarazioni fanno rabbrividire. Una nuvola di tosco si spande da Est sul cielo dell’ Europa. E’ l’ inciviltà dei “muri”, delle chiusure, dei catenacci in cui si vogliono ridurre i cittadini spaventati. Dicono, i tiranni, di voler difendere le loro culture. Ma di muri la cultura muore soffocata e questo porta il più delle volte alla guerra. E quando quei tiranni asseriscono di voler difendere la loro religione, essa è quella per cui si punteggiò l’ Europa di roghi. Carraresi, l’ Europa è un’ Europa minacciata, l’ Italia è in Europa e Carrara è in Italia. Pratichiamo per quanto ognuno può, Democrazia e cultura, quella nostra cultura che non ha muri, ma accoglie e rispetta e cerca la pace e la libertà. E vorrei poter chiamare a gran voce quei cittadini di altri Paesi, che i loro governanti stanno avvolgendo in fasce, come si vedono scolpiti sui frontoni di antichi ricoveri i bambini trovatelli , che le promesse di prosperità conclamate dagli stessi governanti, finiranno in abolizione dello stato sociale. Vorrei concludere accennando ad un problema che non mi stancherò mai di denunciare: la Resistenze Italiane, vale a dire quella dei Partigiani; quella del ricostituito Esercito Italiano che combatté eroicamente, i liberando città Italiane ed ottenendo il rispetto degli Alleati ( ricordo il nostro Luigi Giorgi ) ; i morti di Cefalonia ed i seicentomila nostri militari catturati dai tedeschi, che rifiutarono l’arruolamento nelle schiere di Salò preferendo a quello gli stenti e le sofferenze del lager, hanno salvato l’ onore dell’ Italia: sacrosanto. Ma è logico e doveroso parlare anche di chi quell’ onore lo aveva prima gettato nel fango, scatenando le guerre ( otto ), commettendo stragi e delitti orribili in due continenti. Apprendere notizie su quelle imprese - conclude -, potrebbe anche solleticare i neuroni di quei poveri ragazzi imbrattatori".