A caccia di soluzioni per far sì che le borgate di montagna, abbandonate da molti decenni, tornino e essere, almeno in parte, ripopolate. E’ questo il fulcro dell’incontro svoltosi sabato e intitolato “Camporaghena e Torsana, quale futuro?“, proprio nella realtà abbarbicata nell’alta valle del Taverone, fino agli anni ’50 capitale della pastorizia in Lunigiana. "Fino a cent’anni fa, il territorio di Comano – ha ricordato il moderatore – faceva parte del Comune di Fivizzano, Camporaghena contava 303 abitanti e Torsana 83". Attualmente però sono una quindicina i residenti a Camporaghena e nessuno a Torsana. Del resto, la prima è a 831 metri d’altitudine, la seconda a ben 935. E’ necessario istituire almeno un posto di ricezione turistica, di prima accoglienza – ha detto Alcide Landini, presidente della “Camporanga SpA“, sodalizio che con i suoi 99 soci ha lanciato la sfida per la rinascita del paese – per attirare persone. Noi desideriamo venga gente anche ad acquistare case, però servono servizi e gli enti pubblici devono investire per far tornare la vita in questi borghi sospesi nel tempo". "In questi progetti basta crederci – gli ha fatto eco Antonio Maffei, sindaco di Comano – Stiamo incentivando la gente a venire con qualsiasi forma di residenzialità. Del resto, il presidente della Provincia è qui oggi all’evento". Il dibattito si sposta anche sulla ’frana di Camporaghena’ , il vasto movimento franoso che da anni caratterizza il tratto finale della provinciale prima dell’arrivo in paese.
"Nell’attesa di impiegare i denari che sarebbero stati stanziati per la sistemazione dell’ampio fronte di frana di cui da troppo si sente parlare – ha sottolineato il presidente Lorenzetti – mi prendo l’impegno per far sistemare il pezzo ’bombardato’ che s’attraversa prima di giungere in paese; non è giusto tenere la strada in quelle condizioni. Venendo a Camporaghena, ho riscontrato la volontà degli abitanti di combattere l’abbandono e non si può lasciarli da soli. La prospettiva qui è quella turistica e c’è bisogno di infrastrutture. Così pure, più a valle, è necessario rimuovere quei manufatti in cemento che restringono la carreggiata e creano pericolo alla circolazione". All’incontro c’era anche Giuseppe Vignali, direttore del Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano: "Il clima sta cambiando, vi saranno sempre più persone che, in certi periodi, si sposteranno nei posti più altri del nostro Appennino – ha detto – e penso che borghi così belli saranno riabilitati; noi aiutiamo sempre le realtà che operano per il bene comune". L’evento, è stato caratterizzato anche dall’intervento di Caterina Giannino, abitante assieme al marito Michele Ambrosini e la loro bambina Morgana, a Piastorla, realtà di montagna nel confinante Comune di Fivizzano. La borgata da anni nell’oblio improvvisamente, ha visto l’arrivo stabile di due giovani coppie della città, con figli piccoli, per sperimentare una vita di qualità. "Le istituzioni ascoltino di chi ha deciso – dice la signora – di ripopolare i borghi di montagna; consiglierei di istituire un ufficio apposito per venire incontro alle esigenze delle persone che vivono nei villaggi lontani dai centri coi servizi".
Roberto Oligeri