EMANUELA ROSI
Cronaca

Il dibattito sul 25 aprile L’iniziativa di due licei alza il polverone social "Nessun negazionismo"

Il titolo dell’incontro organizzato dagli istituti di Aulla e Villafranca scatena la bufera e la preside: "Viene utilizzato un metodo dialettico che sprona ad argomentare senza privilegiare una posizione a priori".

Il dibattito sul 25 aprile L’iniziativa di due licei alza il polverone social "Nessun negazionismo"

di Emanuela Rosi

"Noi riteniamo che non sia più opportuno che il 25 aprile venga celebrato come una festività nazionale", è il titolo. Del topico, che non è una licenza poetica ma, spiega la Treccani, nella logica antica, "che riguarda l’invenzione degli argomenti, cioè dei mezzi dialettici con cui condurre un’argomentazione". E su quel topico gli studenti dei licei di Aulla e Villafranca dell’istituto “Leonardo da Vinci” dovranno dibattere nella sala consiliare aullese giovedì 27, dopo la Festa della Liberazione su cui ancora una volta la politica ha infiammato gli animi. Ma loro dibatteranno secondo le regole degli antichi filosofi, argomentando le rispettive tesi, "in modo costruttivo e senza beceri intenti polemici" come spiega la loro professoressa. Ma il titolo di quel dibattito scritto sulla circolare della preside Silvia Arrighi che informa dell’appuntamento come per qualsiasi altra attività didattica, è finito in un post ed è bastato il tempo di un clic per stravolgere il significato dell’iniziativa. E nella bufera social che ne è seguita persino la giunta guidata dal sindaco del Pd Roberto Valettini è diventata di centrodestra. Il resto dei commenti comparsi sulla rete è decisamente evitabile.

Ma non c’è lo zampino della politica nel “debate” che faranno gli studenti dei due licei lunigianesi, nessun intento negazionista. "E’ un grosso fraintendimento: nella mia scuola si pratica la metodologia didattica del Debate per cui si pone un argomento detto topico, spesso spinoso su cui due squadre di alunni si scontrano, cercando di confutare l’una gli argomenti dell’altra – è la spiegazione della preside Arrighi, finita a sua volta nel polverone dei social – È una struttura dettagliatamente regolamentata con giudici esterni alle due squadre. Pratichiamo questo metodo per educare i ragazzi al confronto democratico, proprio in un’ottica opposta al totalitarismo del fascismo. Qualcuno ha postato questa circolare decontestualizzandola totalmente. I topici del Debate sono spesso provocatori, come dire “perché non possiamo più dire che la terra non è piatta”. Ho spiegato dove ho potuto…"

Uno strumento didattico che utilizza da tempo il liceo classico aullese, e che ha consentito ai suoi studenti di vincere anche premi importanti. "Abituare gli studenti all’argomentazione, consentire loro di vincere la propria ritrosia parlando in pubblico, lavorare in e per un gruppo, imparare ad ascoltare gli altri in modo costruttivo e senza beceri intenti polemici. E approfondire il tema proposto, che deve essere analizzato da ciascuno da due punti di vista opposti per consentire alla squadra di evidenziare le fallacie altrui e per esprimere al meglio la propria posizione", spiega la professoressa Manuela Schiasselloni.

"In questi lunghi anni di pratica del dibattito, sia in lingua italiana che inglese – durante i quali abbiamo affrontato i temi più disparati, dal cibo spazzatura ai referendum, cioè questioni differentemente fondanti la costruzione dell’individuo – i topici sono stati formulati in modo talvolta neutro, talvolta “urticante”. In quest’ultimo caso l’intenzione era, appunto, quella di non privilegiare una delle due posizioni in modo aprioristico – continua la docente – Oppure, come nel caso della data del 25 aprile, sono posti in modo tale che sembri che qualcuno chieda l’abrogazione di una legge o di una festività civile. Sul valore e sul significato del 25 aprile non ci sono dubbi, almeno da parte nostra. E chi fomenta polemiche sterili e pretestuose sulla questione, per risibili personalismi che nulla hanno a che fare con una interessante e utile pratica didattica, non ha alcuna idea di che cosa sia un dibattito".

Il titolo del dibattito voleva essere provocatorio per la sfida dialettica, e non solo, fra i liceali lunigianesi e che giovedì dovranno essere pronti a cercare le ragioni per cui quell’affermazione potrebbe essere vera, e dalla politica sono spesso arrivate affermazioni in linea, ma altrettanto bravi a smontarla e dare forza dialettica all’affermazione opposta: "Riteniamo che sia opportuno continuare a celebrare il 25 aprile come una festività nazionale". E si spera che ad ascoltarli, nella sala consiliare di Aulla alle 10.05 ci siano molti dei dispensatori di giudizi che hanno affollato i social negli ultimi due giorni. Potrebbero imparare come si dibatte "in modo costruttivo e senza beceri intenti polemici" .