FRANCESCA FREDIANI
Cronaca

Gli scatti di Bellenger per contestare l’escavazione selvaggia

La fotografa francese ha attuato un’arte militante

La fotografa francese ha attuato un’arte militante

La fotografa francese ha attuato un’arte militante

La sua è arte militante. Militante per l’ambiente. Hélène Bellenger, francese di Marsiglia, 36 anni, si è imbattuta nelle cave di Carrara nel 2020, quando le ha viste dall’autostrada con il suo ragazzo, un fisico di Firenze. "All’epoca stavamo parlando di scioglimento dei ghiacciai, ho visto questo spettacolo da lontano, sembravano proprio dei ghiacciai" racconta al telefono con il suo italiano perfetto ("Ho fatto l’Erasmus a Roma, parlavo addirittura con l’accento romano").

Da lì ha deciso di fare una visita guidata delle cave e ha scoperto un’amara verità: che oggi la maggior parte dell’estrazione (80-90 per cento) non riguarda più i blocchi per design statue palazzi, ma la polvere di marmo, usata in tantissimi prodotti industriali, come dentifrici, cosmetici, medicinali, carta, detergenti, perché contiene carbonato di calcio al 99,9 per cento. "Ho scritto un progetto per una borsa di ricerca, ma non è stato facile avere informazioni, perché era un progetto militante a livello ecologico, entrava in contraddizione con lo sfruttamento delle cave. Ogni volta che provavo a chiedere trovavo tanta omertà".

Poi l’incontro con degli attivisti di Legambiente e di Athamanta, l’associazione ambientalista che prende il nome di un fiore delle cave che sta scomparendo per il troppo sfruttamento, due anni di viaggi Marsiglia-Carrara. "Ho visitato cave e laboratori di scultura, ho incontrato geologi, scultori, imprenditori" racconta. Il risultato è il libro “Bianco ordinario”, pubblicato dalla casa editrice indipendente The Light Observer e presentato nei giorni scorsi a Camera, il prestigioso centro per la fotografia di Torino. Lì Bellenger raccoglie e cataloga questi prodotti, utilizzando il retro delle confezioni come supporto fotografico delle immagini di cave scattate da lei o di laboratori di scultura recuperate dall’archivio Michelino. L’immaginario lussuoso e imperiale della statuaria in marmo viene così riprodotto in immagine su piccoli imballaggi, accanto a una selezione di paesaggi modellati nei secoli dall’estrazione intensiva del marmo di Carrara.

Preziose e uniche, pur essendo effimere e usa-e-getta, queste immagini – la cui forma varia a seconda dei prodotti – compongono una tipologia di forme industriali, interrogando la loro materialità e il loro inserimento nel flusso consumistico. Bellenger oggi sta riproducendo le immagini anche in grande formato, due metri d’altezza. Sono stampe d’inchiostro fine art su materiale povero, carta riciclata in un’ottica di economia circolare. Due sono state acquisite dal Mucem di Marsiglia. E lancia un appello: "Mi piacerebbe venire a presentare il mio lavoro a Carrara, ho adorato la vostra città". Francesca Frediani