
Mentre i muratori sono al lavoro ne approfitta per fare pulizia nel loro furgone parcheggiato, ma una vicina lo vede e lancia l’allarme. Quando sono arrivati in via Fivizzano, ad Avenza, i carabinieri della vicina stazione hanno fatto scattare le manette ai polsi di un 29enne senza fissa dimore di origine marocchina che era già stato fermato grazie al gioco di squadra tra una signora attenta a quello che accadeva sotto la propria finestra e una squadra di operai. Il malintenzionato è risultato essere una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine tanto che più volte in passato è stato fermato e arrestato proprio per questo genere di colpi commessi tra Toscana e Liguria e che negli ultimi tempi si era concentrato sul litorale carrarese. Solo due settimane fa, a fermare il ladro erano stati i militari del Norm al comando del tenente Walter Calandri. In quella occasione l’uomo dopo aver forzato il finestrino dell’auto di una barista parcheggiata nel centro di Avenza aveva iniziato a rovistare il cassetto del veicolo dove si trovava pure il borsello. In sede di convalida, il giudice aveva disposto l’obbligo di allontanarsi dalla provincia, una misura cautelare che il ladro ha disatteso visto che pochi giorni fa era nuovamente ad Avenza a fare razzia tra i veicoli in sosta. Una presenza sospetta che ha attirato le attenzioni dei residenti che hanno chiamato i carabinieri perché venissero a controllare. Giusto il tempo per gli uomini dell’Arma di arrivare in via Fivizzano che il 29enne si era già messo al lavoro e aveva aperto e svuotato il furgone di un’impresa edile che stava ristrutturando una casa in quella zona. Il malintenzionato, tuttavia, non aveva fatto i conti con lo sguardo attento di una vicina che ha subito lanciato l’allarme richiamando l’attenzione degli operai che a loro volta non hanno perso tempo, hanno circondato il ladro e gli hanno precluso ogni via di fuga. Giunti sul posto i carabinieri hanno così prima preso in consegna il 29enne e poi hanno trovato nel suo zaino un computer portatile e un tablet, che gli operai utilizzavano per smistare gli ordini e verificare le commesse da svolgere e che fino a poco prima si trovavano sul sedile del camioncino. Sempre nello zaino c’erano poi alcuni telefoni cellulari a loro volta rubati da altre autovetture parcheggiate nella zona. Tutta la refurtiva è già stata restituita ai legittimi proprietari, mentre per il 29enne il giudice Ermanno De Mattia, su richiesta del pubblico ministero Elena Marcheschi, ha deciso che si aprissero le porte del carcere di Massa.