
I Repubblicani sollecitano interventi e lo stop alla cementificazione
La sicurezza idraulica di Marina di Massa resta una priorità per il Partito Replubblicano che torna a sollecitare gli interventi delle istituzioni. "Il nostro territorio è ad alto rischio. Lo sappiamo bene. Meglio ancora dovrebbe saperlo chi ci amministra ed è - in qualche modo - responsabile della nostra sicurezza individuale e collettiva. Il carattere torrentizio del Frigido non è cosa nuova. Gli argini attuali, con qualche modesta variazione, sono sostanzialmente quelli realizzati dagli estensi nella prima metà dell’Ottocento. Anche il sistema di drenaggio, costituito dai fossi che hanno reso lavorabile (e poi abitabile) la fascia costiera - che era la naturale cassa di espansione del fiume - risale a quel tempo. Urbanizzazione, infrastrutture e attività economiche hanno cementificato progressivamente il suolo". Qui arriva la dura critica all’amministrazione del sindaco Francesco Persiani, sul tema della cementificazione: "La linea scelta dall’amministrazione non è quella di recuperare il patrimonio edilizio esistente ma di costruire nuove volumetrie lasciando irrisolto il problema del riutilizzo delle strutture fatiscenti accrescendone il degrado. A ciò si aggiungano le “tombature” dei fossi, effettuate (spesso abusivamente) da privati, ma anche dal Comune, che hanno reso meno permeabile il suolo. Si aggiunga anche il sempre più ridotto utilizzo delle acque sotterranee, con i conseguenti effetti sulla falda e sul cuneo salino".
La richiesta è quella di mettere subito sul tavolo la messa in sicurezza del Frigido e i lavori sugli argini, solo iniziati alla foce e mai completati, ma non solo: "Il drenaggio dell’alveo e, conseguentemente, la sicurezza per i cittadini e i loro beni non è certo migliorata. Avvertiamo un senso di rabbia e di impotenza e, ancora di più, di "presa in giro", perché della massa di risorse che con il PNRR sono state messe in campo, alla sicurezza idraulica è stato riservato davvero poco – conclude il Partito Repubblicano –. Ci sono ancora parti di territorio che non hanno fognatura nera e neppure un sistema per la raccolta delle acque piovane. Sulla rete dei fossi non ci sono interventi che facciano pensare ad una presa di coscienza circa l’importanza della loro manutenzione non occasionale per la sicurezza del territorio. Di casse di espansione a monte e a valle si sente parlare ma non se ne vede alcun esito. A cosa serve il costoso Consorzio di Bonifica? Che fine hanno fatto i soldi che a suo tempo erano stati destinati al rinforzo delle arginature del Frigido? E il relativo progetto? A cosa servono iniziative risibili come il “Contratto di fiume”? Con chi dovrebbero prendersela i cittadini nel caso di possibili (e non certo invocate!) disgrazie? Chi ne sarebbe responsabile? Chi ne risponderebbe moralmente, politicamente ed economicamente? E la Regione Toscana cosa intende fare?".