"La Rotonda di Fred ha cambiato la mia vita"

Il maestro Pietro Faleni, 91 anni, è tra gli autori della celebre canzone di Bongusto. "Ma il mare non c’entra niente, era su un lago"

Il maestro Pietro Faleni, 91 anni, è tra gli autori della celebre canzone di Bongusto

Il maestro Pietro Faleni, 91 anni, è tra gli autori della celebre canzone di Bongusto

Massa, 9 novembre 2019 - «La mia vita cambiò quando Fred, quella sera d’estate del 1964, cantò al Bagno Balena di Viareggio. Praticamente gli devo tutto». Il maestro Pietro Faleni, 91 anni, spezzino di nascita ma massese di origine (la mamma era di Massa) e di adozione, è in lutto per la scomparsa di Bongusto. Pietro e Fred erano grandi amici. I loro nomi sono legati inevitabilmente per la «Rotonda sul mare», un classico della canzone italiana, una delle più amate di sempre. Il testo è di Franco Migliacci, un grande paroliere, quello per intenderci di «Nel blu dipinto di blu», la musica invece è «mare nostrum», nel senso che è stata scritta proprio da Faleni e dal versiliese-apuano Aldo Valleroni. Valleroni, scomparso nel 2000, è stato giornalista de La Nazione (caposervizio a Massa), compositore e «manager» di spettacolo.

La «Rotonda sul mare» ha una storia curiosa e conserva anche un po’ di mistero. E’ Faleni a svelarlo. «Il testo scritto da Migliacci – dice il maestro – arriva nelle mani di Bongusto. Fred non è ancora famoso ma i due si conoscevano. Siamo alla fine del 1963. Bongusto passa il testo all’amico Valleroni, direttore delle edizioni LaBussola di Sergio Bernardini e direttore del premio musicale ‘Burlamacco d’oro’ a Viareggio. Insieme ad Aldo ci mettemmo a lavorare sul testo. La musica arrivò subito e nacque la “Rotonda sul mare’’. Ma anche Fred ci ha messo del suo, in particolare sull’inciso. La canzone partecipa a febbraio al “Burlamacco d’oro’’ e vince. Poi d’estate Fred la canta, per la prima volta, al Balena di Viareggio e da lì cambiò la mia vita».

Ma i misteri della «Rotonda» non finiscono qui: perchè Valleroni e Bongusto non mettono la firma sul disco? E di quale rotonda stiamo parlando? Alla prima domanda risponde Faleni: «Aldo – dichiara – non firma la canzone per non entrare in... conflitto d’interessi essendo l’organizzatore del Burlamacco. Inoltre lavorava alla Nazione e parlando con il suo direttore, Enrico Mattei, decide che è meglio così. Ma per i diritti d’autore il pezzo è sempre stato anche suo».

Non così per Fred, vero? «Esatto – afferma Faleni –. Bongusto non ha firmato la canzone perchè non credeva che facesse successo. Poi, quando lo ha avuto, non ha più pensato a quei diritti: fama e soldi non gli mancavano. Ma nel 1991, in fase discendente e con problemi di salute, Fred venne a chiedere, a me e a Valleroni, la sua parte dei diritti d’autore. Beh, riguardo al futuro non facemmo storie, ma sul passato sì, perchè si trattava di 27 anni e di cifre che non avevamo. Tra lui e Aldo si ruppe qualcosa. Comunque, alla fine, ci mettemmo d’accordo. I diritti, che sono in 24esimi, erano così ripartiti: 12 punti all’editore, 4 a Migliacci, 4 a me e 4 a Valleroni.

Dal ’91 io e Aldo abbiamo dimezzato i nostri punti per darne 4 a Fred». E, in soldoni, che significa? «La canzone – afferma Faleni – ha sempre tirato molto, almeno fino a 10 anni fa. Grosso modo, posso dire che a Bongusto, con quei 4 punti, dal 1991 sono arrivati circa 150mila euro di diritti». Alla seconda domanda invece, quella sulla... paternità della «Ro tonda», poco tempo fa ha risposto l’unico che poteva farlo, l’autore del testo: «Tutti – ha svelato Migliacci – hanno sempre creduto, e Bongusto lo ha fatto credere, che la rotonda in questione fosse a Senigallia, nelle Marche. C’era chi diceva che era a Marina di Massa o Viareggio. La realtà è che la rotonda della canzone non è neppure sul mare, ma sul... lago. Io sono di Cortona (Arezzo) e spesso fin da ragazzo andavo sul Lago Trasimeno. Lì, a Passignano, c’era una rotonda, su pali di legno, che mi è rimasta nel cuore e quando ho scritto la canzone pensavo a quella. Poi, anche su consiglio degli editori, il lago si trasformò in mare». © RIPRODUZIONE RISERVATA