Frasi choc, Cesare Micheloni attacca l’intera classe industriale

L'ex consigliere provinciale Cesare Micheloni interviene sulle dichiarazioni dell'imprenditore Franchi, sottolineando l'importanza della sicurezza sul lavoro. Critica sindacati e partiti per la loro reazione selettiva.

Frasi choc, Cesare Micheloni attacca l’intera classe industriale

Frasi choc, Cesare Micheloni attacca l’intera classe industriale

Anche l’ex consigliere provinciale di Fratelli d’Italia, Cesare Micheloni (nella foto) interviene sul dibattito suscitato dalle parole dell’imprenditore del Marmo Alberto Franchi dal fuorionda di Report. "In un consesso istituzionale normalizzato, Franchi con le sue infelici dichiarazioni, ha avuto il merito di riportare all’attenzione il tema della sicurezza e degli incidenti sul lavoro – scrive Micheloni –. L’imprenditore, franco e schietto, ha involontariamente sfidato il politicamente corretto. Egli potrebbe così definirsi il Vannacci delle Apuane. Intanto i compagni industriali di Carrara quando c’è da far ricorso al Comune si incontrano con baci e abbracci, ma quando vengono messi in cattiva luce fanno volare gli stracci. Come al solito questa storiaccia finirà a lardo, vino e tarallucci. Intanto i dormienti sindacati e partiti politici, forse affetti per il 70% da analfabetismo funzionale, dopo aver visto in Tv la loro città hanno capito che a Carrara non tutto va nell’interesse della collettività". "Ma che bravi ragazzi, finalmente abbiamo ritrovato i paladini della giustizia, i figliocci della Costituzione, altroché Vannacci – prosegue Micheloni –. E allora difendere gli operai, i diritti civili e le casse pubbliche è diventato il mantra da recitare, che i suddetti figliocci in ogni situazione non perdono occasione di porre all’attenzione di noi poveracci. Peccato che durante il periodo Covid, quando venivano emanate leggi e norme che non permettevano di andare a lavorare a chi era sprovvisto di green pass, nessuno di loro si indignava e protestava. Per i figliocci (a fasi alterne) della Costituzione era difficile schierarsi dalla parte dei deboli e dei discriminati – conclude Micheloni –, come altrettanto semplice è invece oggi manifestare contro le parole dei Franchi e dei Vannacci".