Formaggi di eccellenza all’ombra delle Apuane

Dell’azienda “Fornello” del borgo di Caglieglia i caprini tra i migliori d’Italia. Yogurt al top e premio qualità per taleggio e robiola di Stefano Benassi

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Un riconoscimento che arriva dai palati più esperti, quelli dell’Organizzazione nazionale assaggiatori di formaggio. E loro hanno portato sul podio lo yogurt e il “Fornello” di Caglieglia alla quindicesima edizione del concorso dedicato ai formaggi di capra. Ma dietro alla targa c’è la storia di Stefano Benassi, la sua vita di passione e fatica per portare avanti un mestiere, quello del pastore, in una società che ha tempi e criteri molto diversi, nel duro ambiente delle Alpi Apuane. I suoi formaggi nascono li, all’ombra dell’antico affresco della Madonna del Carmelo, nella piccola frazione massese di Caglieglia che conta poco più di settanta abitanti, e sono stati decretati tra i migliori caprini d’Italia al concorso organizzato dall’Onaf.

E’ un’eccellenza l’azienda agricola “Fornello” di Stefano Benassi, pastore nato sulle Apuane. Al concorso il suo yogurt ha ottenuto il massimo punteggio raggiungendo le vette dell’eccellenza taleggio e robiola hanno invece ottenuto il premio qualità. Protagonista dei mercati di Campagna Amica, che hanno contribuito a far conoscere i prodotti caseari di Benassi in tutta la Toscana.

Stefano Benassi e le sue capre sono il “core business” della piccola azienda massese, una trentina di esemplari, tra murciane e camosciate, che pascolano libere sulle montagne tra Caglieglia e Casette. E i suoi prodotti sono sempre più ricercati anche dal mondo della ristorazione e dell’alta gastronomia. Dai caprini freschi con erbe di montagna alla cacioricotta, dal gorgonzola al blu di capra,Camembert, dal Brie allo stagionato in grotta fino alla caciotta normale e al formaggio con il pepe. "L’esperienza di Stefano è una storia di passione e resilienza – spiega Francesca Ferrari, Presidente Coldiretti Massa Carrara –. I suoi formaggi non nascono casualmente ma sono frutto di tanto lavoro, una straordinaria abnegazione e della ricerca della qualità in un contesto, come quello montano, che non è mai facile ne agevole. La pastorizia è oggi uno dei mestieri ancestrali più affascinanti e più difficili in agricoltura, il cui ruolo va ben oltre l’accudimento degli animali e la produzione di formaggio o carne e che oggi, attraverso alla crescente attenzione per i prodotti di qualità e di nicchia, può dare grandi soddisfazioni sia in termini economici che professionali. Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate. Ecco perché la storia di Stefano va raccontata".

Munge le sue capre due volte al giorno Benacci: alle 6 del mattino e nel tardo pomeriggio per una piccola produzione di quarantina di litri al giorno. "Dopo la prima mungitura – spiega il pastore di Caglieglia – vengono mandate fuori, in genere ad una altitudine di mille metri. Mangiano le cime delle piante, non come le pecore per terra, quindi sono più pulite e il loro latte è molto più pregiato. Non a caso una volta si teneva una capretta per fare il latte da dare ai bimbi, perché è più digeribile. I formaggi poi sono la mia grandissima passione".