CARRARA
Cronaca

Fondazione Crc fra investimenti e nomine

L’istituto di Palazzo Binelli ha comprato quote per 3 milioni di euro dalla Carige. La guerra del rinnovo del cda e del collegio dei revisori

di Claudio Laudanna

La Fondazione CrC investe in Banca d’Italia. Importante operazione per la fondazione di Palazzo Binelli a cui Banca Carige ha ceduto 120 quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia del valore nominale di 25mila euro ciascuna per un valore nominale complessivo di 3 milioni di euro.

Dopo questa cessione, pari allo 0,04% del capitale della Banca d’Italia, il Gruppo Carige detiene ancora 9.642 quote, pari al 3,214%. La cessione avviene in linea a quanto previsto dal Piano strategico che prevede la cessione delle quote di Banca d’Italia in eccesso rispetto alla partecipazione del 3% fruttifera di dividendi.

Nel frattempo si avvicinano a grandi passi le scadenze del consiglio di amministrazione e del collegio dei sindaci revisori previste per questo mese. Pertanto nel cda potrebbe essere riconfermata Laura Battistini mentre dovranno essere sostituiti Riccardo Pecchia, al secondo mandato, e Matteo Venturi dimissionario perché nel frattempo è diventato presidente di Assindustria. Nel collegio dei sindaci potrà rimanere Massimo Gabbani, gradito al Comune di Massa, che potrebbe essere, da statuto, il presidente del collegio, mentre Roberto Lettieri ed Elena Maestri sono al secondo mandato e dovranno lasciare. In tutto questo scenario complicato il Comune e dunque la maggioranza 5 Stelle resta defilata ostentando un distacco che sembra essere figlio dalla pesante sconfitta politica incassata al momento della nomina di Enrico Isoppi come presidente.

Nel frattempo, sottotraccia, sulla questione delle nomine si lavora in via Groppini da dove potrebbe uscire il nome di Roberto Dell’Amico come componente del cda.

Il nome dell’ex assessore che si vocifera negli ambienti della politica, sicuramente ben visto al Partito democratico o a parte di esso, potrebbe andare a sostituire quello di Riccardo Pecchia. Ricordiamo che lo stesso presidente Enrico Isoppi in un’intervista alla Nazione recentemente aveva dichiarato che la scelta doveva privilegiare la competenza in materia di diritto e di amministrazione visto le delicate sfide che la Fondazione è chiamata ad affrontare nei prossimi mesi. Intanto la Fondazione ha aperto un bando per l’esame dei curriculum più appropriati per il consiglio del principale organo che produce cultura della città.