REDAZIONE MASSA CARRARA

Focus sull’impatto ambientale di ciò che si compra

Gli oggetti di uso comune possono causare seri danni ambientali a causa della loro lenta biodegradabilità. Batterie, plastica e altri materiali impiegano anni, se non secoli, per essere smaltiti correttamente. È importante essere consapevoli delle nostre scelte di acquisto per proteggere il pianeta.

Focus sull’impatto ambientale di ciò che si compra

A volte non ci rendiamo conto di comprare oggetti superflui dall’aspetto apparentemente innocente, ma che possono causare seri problemi al pianeta. Essere consapevoli delle nostre scelte, quando acquistiamo, aiuta nella lotta al disastro. Proviamo a vedere quanto impiegano oggetti di uso comune a essere smaltiti. Dopo una breve indagine online sui maggiori siti dedicati alle questioni ambientali, abbiamo creato una sorta di classifica sulla base del grado di biodegradabilità dei materiali che compongono le cose che usiamo ogni giorno: sul podio le batterie che, con i loro contenuti chimici altamente tossici e resistenti, impiegano milioni di anni essere smaltite. Vetro e ceramica necessitano circa 4000 anni, mentre la plastica delle bottiglie, degli accendini, dei piatti e dei sacchetti (di questi ultimi adesso la produzione è diventata vietata) durano, dispersi nell’ambiente, tra 100 e 1000 anni, prima di biodegradarsi, esattamente come i palloncini in poliestere, tanto amati da noi bambini ed utilizzati per le decorazioni nelle feste. Le lattine in alluminio impiegano fra 10 e 100 anni. Anche oggetti piccolissimi, come mozziconi di sigaretta e gomma da masticare, resistono tra i 5 e i 10 anni prima di essere smaltiti dalla natura. E per il ferro dovremmo aprire una classifica a parte: non ha un reale grado di biodegradabilità, è praticamente eterno.