«Faremo altrove un centro giovani» «Saffi» chiusa, Casotti rilancia

L’ex gestore del punto aggregativo non intende lasciare sole le famiglie

Centro Saffi

Centro Saffi

Carrara, 14 aprile 2018 - «Speravamo in un prolungamento dell’attività fino alla fine dell’anno, ma non è andata così». Paolo Casotti, referente del Progetto «Saffi» per il circolo «Benetti», che ha avuto in gestione le attività dei ragazzi fino alla fine di marzo, visto che il progetto non è stato prorogato, ma è stato deciso di prolungare di due mesi il doposcuola per bambini con disturbi dell’attenzione, ha deciso di dire la sua. «Il centro di aggregazione chiude e rimane aperto, solo per due mesi, il doposcuola per alunni Dsa, senza la collaborazione del Circolo “Alberto Benetti“. Avevamo vinto la gara nel 2016 e l’affidamento si concludeva il 30 novembre scorso. Da lì la possibilità di prorogare l’affidamento fino alla nuova gara, per non interrompere il servizio. Ma non è andata così. Alla fine del primo anno, non essendo ancora stata indetta la nuova gara, abbiamo dato disponibilità a proseguire e ci aspettavamo che la proroga coprisse fino a nuova assegnazione. Invece siamo stati convocati, non dall’assessore al Sociale, ma da quello alla Cultura Federica Forti, che ci ha comunicato l’intenzione di utilizzare quegli spazinon più per l’aggregazione sociale, ma per le politiche giovanili in ambito culturale. La proroga sarebbe stata soltanto di 4 mesi, dal momento che il servizio sarebbe stato cambiato. Siamo rimasti spiazzati: abbiamo pensato che, nonostante il diritto di dare nuovi indirizzi, in assenza di proposte alternative, non si facesse venir meno l’unica struttura pubblica gratuita per l’aggregazione sociale dei minori e dei giovani, esistente a livello comunale. Inoltre c’era il rischio che un indirizzo così nuovo avesse bisogno di piu tempo per essere tradotto in atti amministrativi. La proroga di quattro mesi non è stata sufficiente perché l’amministrazione costruisse il nuovo bando ad indirizzo culturale, ma ha impedito una proroga per l’attività del centro di aggregazione, che quindi è stato chiuso. Pertanto – prosegue Casotti – non è esatto affermare che il Centro “Saffi“ è stato chiuso perché l’affidamento si era concluso, ma è corretto dire che la chiusura è stata determinata da una proroga troppo breve. Visto il vuoto creato in città, noi insieme ad altre associazioni, uniti in rete, proporremo nuove progettualità condivise, dal momento che il nostro ruolo è quello di operatori del sociale. Per quanto riguarda il doposcuola specializzato, siamo orgogliosi di avere inventato e offerto un’attività di livello così alto per un bisogno così forte delle famiglie: cercheremo nuovi finanziamenti e nuove location per un’attività che non può essere interrotta tra due mesi».

«Perché Anna Galleni non risponde sulla chiusura del Centro “Saffi“?». Dopo «la mancata risposta dell’assessore al sociale e le confuse spiegazioni sull’abolizione di importanti sportelli», il Partito socialista parla di «chiara ammissione di incompetenza amministrativa». In una lunga nota, il segretario comunale Laonardo Buselli ricorda a Galleni che «in pochi mesi, grazie al suo impegno ed alla sua collaborazione, sono stati chiusi servizi informativi destinati ad un’utenza particolarmente fragile. Il tono stizzoso della risposta sia tipico di chi sa di essere in una posizione insostenibile. Una professionista che vanta studi giuridici ed opera in stretto rapporto con sindacati e associazioni, dovrebbe avere chiara la differenza fra ufficio e sportello dedicato ad un’utenza specifica. È evidente che sono stati chiusi lo Sportello casa, lo Sportello Uda, quello informativo per le famiglie e contributi primo figlio e famiglie numerose e che i relativi servizi sono stati trasferiti e operano con qualità e modalità differenti oltre che in assoluta mancanza di privacy. L’assessore deve fornire le vere motivazioni che l’hanno spinta a “razionalizzare” l’accesso diretto ai servizi che avevano orari e personale dedicato. La differenza tra gli Sportelli al piano terra e la necessità di salire a un secondo piano per suonare a una porta che per tre giorni alla settimana resta chiusa è evidente. Avrebbe dovuto informarsi sulla differenza della qualità del servizio prima di scrivere cose inesatte. Identica considerazione vale in merito a pendenze che l’amministrazione avrebbe nei confronti di Erp sulMulino Forti. Se, come ipotizzato dall’assessore, esistono contratti o convenzioni del Comune nei confronti di Erp, è opportuno ricordare che la struttura è stata sempre gestita gratuitamente da un’associazione di volontariato e che gli scopi dell’utilizzo sono sempre stati a beneficio della cittadinanza senza guadagno per alcuno o spesa per il Comune. Fra le tante risposte confuse e inappropriate Galleni ha dimenticato di fornirne una che formuliamo nuovamente: perché è stato chiuso il Centro Saffi? Risponda e offrirà una spiegazione alle famiglie. In caso contrario crediamo che si sia trattato di un atto arbitrario e senza alcuna giustificazione. Nel frattempo ci chiediamo perché sia stato sgombrato così velocemente l’edificio del Mulino Forti sperando che le motivazioni siano trasparenti e che non abbiano nulla a che fare con le aree politiche e sindacali con le quali l’assessore Galleni intrattiene o ha intrattenuto rapporti professionali»