Export apuano in lieve flessione. Vola il lapideo, gli Usa la roccaforte

Il settore delle macchine si conferma trainante nello schema Istat. Baldini: "Il calo? Ha carattere episodico"

Export apuano in lieve flessione. Vola il lapideo, gli Usa la roccaforte

Il settore delle macchine si conferma il settore trainante, rappresentando più della metà delle intere esportazioni provinciali (53,7%). Genera complessivamente infatti un export superiore ai 600 milioni di euro

Il secondo trimestre del 2024 fa registrare una lievissima flessione dell’export rispetto all’anno precedente, che era comunque stato da record, con numeri che restano però ottimi in confronto al passato. E’ quanto emerge dai principali dati diffusi dall’Istat nella giornata di mercoledì, nell’analisi tracciata da Paolo Baldini di Confindustria per il periodo gennaio-giugno dell’anno in corso.

"L’export apuano si apprezza a 1.149.868.156 di euro, in flessione del 4,7% rispetto al periodo omologo del primo semestre 2023 (anno record) ma risultando superiore del 16,7% nei confronti del 2022 che rappresenta il secondo miglior anno di sempre. La modesta contrazione registrata, in valore circa 60 milioni di euro, è sostanzialmente ascrivibile a una sola voce, quella di ‘Motori, generatori e trasformatori elettrici’, e sembra avere carattere episodico – precisa Baldini – Il settore delle macchine (con le preponderanti produzioni di Baker Hughes-Nuovo Pignone) si conferma il settore trainante, rappresentando più della metà delle intere esportazioni provinciali (53,7%). Genera complessivamente infatti un export superiore ai 600 milioni di euro, dove Usa e Cina risultano i principali mercati di destinazione, con menzione di nota anche per Norvegia (circa 23 milioni) e Algeria (24 24 milioni)". Quanto vale in questo schema il marmo? Circa la metà delle macchine. "Il lapideo, con circa 300 milioni di esportazioni, registra complessivamente un incremento del 7,1% rispetto allo stesso periodo del 2023 e incide sul complesso dell’export provinciale nella misura del 26% - analizza ancora -. Al suo interno, la performance migliore è quella dei materiali lavorati: un valore assoluto superiore a 202 milioni di euro pari a un aumento percentuale del 9,5%; si registra una ripresa del mercato statunitense (86,7 milioni nel 2024 rispetto ai 71,9 milioni del 2023) che rimane però su livelli inferiore ai valori registrati nel 2022 (95,9 milioni), pur continuando a rappresentare largamente il principale mercato di riferimento (43% dell’intero export dei ‘lavorati’)".

Baldini confronta anche i mercati di riferimento per il settore con Verona, la storica ‘antagonista’ del comparto. "Le esportazioni apuane trovano la roccaforte nel continente americano (47,6%) e, a seguire, nel continente asiatico (32,9%). Il mercato europeo assorbe l’11,6% dell’export di materiale lapideo lavorato, l’Oceania il 5% e l’Africa il 2,9%. Le esportazioni di materiale lavorato della provincia di Verona (che nel primo semestre diminuiscono del 4,2% rispetto al 2023), si dirigono invece con valori largamente predominanti verso i Paesi europei che significano il 61,6%. Il continente americano rappresenta il 26%, il mercato asiatico il 9,5%, Oceania e Africa 1,9% e 1%". Cresce, poco, anche l’export del grezzo +2,6%, "rimanendo però lontano dai valori pre-pandemia che non sono stati più avvicinati. In questo senso incide e risalta la sensibile e progressiva flessione del principale mercato, la Cina, che nel confronto tra periodi analoghi i passa da un valore superiore ai 73 milioni di euro del 2019 all’attuale di 51 milioni di euro, vale a dire una diminuzione di circa il 30% in cinque anni".