All’età di 76 anni si è spento Arimante Buffoni, per tutti ‘Rimà’. Era l’ultimo ‘orecchio’ delle cave, quel genere di cavatore che aveva iniziato lavorare senza il rumore delle macchine, e sapeva riconoscere il contro e il verso del marmo con un solo sguardo. Il suo orecchio e il suo sguardo erano infallibili, riusciva a capire dove tagliare il blocco anche a occhi chiusi. È stato un esperto meccanico e un direttore dei lavori in molte cave tra cui quelle di Nicoli, Peghini e da ultimo in quelle di Franco Barattini. Per quasi tutta la vita ha lavorato nel bacino del Polvaccio, fianco a fianco con il prezioso Calacatta Michelangelo, lo stesso usato per rivestire quelle che un tempo furono le Tween Tower. Negli anni Settanta aveva contribuito a portare le grandi macchine in cava, che già al tempo avevano risolto il problema del taglio dei grandi blocchi. Macchinari che oggi sono all’ordine del giorno, ma per il tempo decisamente all’avanguardia, viste da molti quasi come ‘inutili’. Insomma, uno che la montagna la sapeva tagliare a colpo d’occhio. Arimante era una persona molto riservata, e lo è stato per tutta la vita, nonostante il suo nome alle cave fosse famoso. Lascia la moglie, le tre figlie e il fratello, il pittore Romeo Buffoni, anche lui molto conosciuto in città. Era di Torano, il paese che ha sfornato generazioni di cavatori. Rimà era molto conosciuto a Torano e la notizia della sua scomparsa si è diffusa molto rapidamente. Nelle cave Arimante ha lavorato per oltre cinquant’anni, tutti lo ricordano per la sua professionalità e per quei grossi baffi bianchi che erano il suo tratto distintivo.
CronacaE’ morto il cavatore. Arimante Buffoni