"Cinque milioni sul conto di don Euro"

Al via in Tribunale a Massa il processo all’ex parroco di Caniparola. La difesa chiede la perizia psichiatrica

Luca Morini, l'ex parroco

Luca Morini, l'ex parroco

Massa, 13 giugno 2019 - Una perizia psichiatrica per capire se Luca Morini fosse in grado di intendere e di volere nel suo modus operandi sopra le righe che lo ha portato sotto processo. E’ la richiesta avanzata dai legali dell’ex parroco di Caniparola, Avenza, Fossone e Sant’Eustacchio, finito al centro dello scandalo sollevato dalla trasmissione Le Iene per le sue frequentazioni con giovani escort, fra viaggi, hotel di lusso e consumo di sostanze stupefacenti. Sulla richiesta avanzata dall’avvocato difensore Giovanna Barsotti il presidente del collegio giudicante Ermanno De Mattia si è riservato di decidere nella prossima udienza.

In avvio di processo sono già cadute le accuse di truffa e appropriazione indebita ai danni dei fedeli e di alcune aziende della zona, non essendo arrivate in tal senso denunce nei confronti dell’ex prelato, originario di Vecchiano: sarà quindi processato per autoriciclaggio ed estorsione nei confronti del vescovo Santucci. A sollevare il polverone erano state anni fa le rivelazione dell’escort il napoletano Frabcesco Mangiacapra (parte civile nel procedimento) riguardo i ripetuti incontri con "don Euro" come veniva chiamato dai fedeli, poi documentati di nascosto dalle telecamere delle «Iene». Coimputato nel procedimento, con una posizione marginale, è il suo ex allievo in seminario Emiliano Colombi ora insegnante di religione a Capezzano.

Processo partito con la deposizione fatta dal maresciallo Alessandro Schiffini del nucleo investigativo dei carabinieri che si era occupato in prima persona delle indagini. Ha così ripercorso a 360 gradi tutte le accuse mosse a Morini per fare un primo quadro della situazione, toccando quindi anche aspetti non più contestati all’imputato. «Chiedeva soldi alle famiglie – il racconto del maresciallo – per aiutare bambini bisognosi di cure costose cure, a Pasqua e Natale mandava ignari collaboratori a ritirare donazioni in denaro di aziende del marmo».

Fra le donazioni anche «quella del Comune di Carrara per rifare il campo da calcio della parrocchia di Fossone». In 10 anni i carabinieri hanno documentato «un flusso di denaro dal suo conto pari a circa 5 milioni». Ricostruiti anche rapporti di Morini col vescovo Giovanni Santucci, vittima (secondo le accuse) di estorsione. «Dalle intercettazioni telefoniche risulta che il prete, una volta messo in quiescenza, chiedesse al vescovo alcuni benefit dietro la minaccia di rivelare un presunto dossier riguardante altri prelati». Documentazione mai trovata dai carabinieri nelle due perquisioni a casa di Morini, «acquistata per lui dalla Diocesi, oltre al pagamento in nero della colf». Le accuse di autoriciclaggio sono legate all’acquisto di «diamanti e di una abitazione a Vecchiano fatte giustificare la disponibilità di così tanti soldi». Processo aggiornato al 17 luglio.