Domani sarà sciopero: "E’ il momento di lottare insieme"

Sindacati furibondi: dichiarazioni intollerabili

Una comunità che si è presto ricompattata, unita contro la sua classe imprenditoriale e in linea con quella disparità sociale percepita ai piedi delle Apuane. Immediata la reazione dei lavoratori del marmo apuani che, dopo essere stati definiti ’deficienti e fannulloni’, stamani alle 11 saranno in Comune a Carrara per un’assemblea cui seguirà domani una giornata di sciopero indetta da Feneal Uil, FIlca Cisl e Fillea Cgil con lo slogan "Ora è il momento di lottare tutti". Il ritrovo è alle 9 per un corteo che muoverà da Nazzano davanti al laboratorio della stessa Fum.

"Ormai da anni le nostre federazioni hanno intrapreso una vera e propria battaglia a difesa di sicurezza, occupazione e salario – scrivono i rappresentanti di categoria di Cgil, Cisl e Uil, Daniele Battistini, Giuseppe Marsili e Bruno Bertanelli (Uil), Alessia Gambassi, Francesco Ventimiglia, Michele Mattei (Cgil), Lorenzo Sichei e Andrea Giannuzzi (Cisl) – per noi principi fondamentali per un lavoro dignitoso. Il rispetto della vita viene prima di tutto". Dichiarando inaccettabiliI le dichiarazioni di Franchi, le categorie si dicono preoccupate e chiedono la presa di distanza del mondo imprenditoriale. "E’ inammissibile registrare simili profitti milionari senza dare le giuste risposte in tema di occupazione; da anni il nostro impegno sindacale è focalizzato su una richiesta di maggioreredistribuzione della ricchezza non solo sull’aumento dei posti di lavoro, ma anche sull’aumento dei salari. I lavoratori del settore lapideo, da anni, con le loro battaglie a suon di scioperi e mobilitazioni hanno costantemente rivendicato condizioni di lavoro e salariali più alte, raggiungendo con il loro sacrificio

quanto oggi previsto dalla contrattazione nazionale e territoriale. Nessuno ha regalato niente. Quanto ottenuto non basta. Per un settore che registra fatturati e utili da record, devono esserci azioni mirate a contrastare gli extraprofitti".

Sullo stesso tono Paolo Fantappiè, segretario della Uil Toscana

che ricorda "la battaglia per arrivare a zero morti sul lavoro passa anche dal cambiare un paradigma sbagliato sulla sicurezza e sulle condizioni di lavoro". Ricordando che per legge il responsabile della salute e sicurezza degli operai è il datore di lavoro, Fantappié ricorda anche il dettato costituzionale dove l’articolo 41 prevede che "l’iniziativa economica privata non possa svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Non possiamo più tollerare certe affermazioni da parte di imprenditori che diffondono un’idea distorta e di per sé agli antipodi della realtà dei fatti. Non permetteremo a questi imprenditori di essere “prenditori” e riportarci indietro di due secoli, a condizioni lavorative tipiche del nostro tessuto produttivo dei primi del ‘900".