Imbrattano disabile con vernice e postano su youtube i video delle angherie: sei a processo

Al giovane, finito in coma etilico, era stata anche disegnata svastica sulla testa

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Massa Cararra, 10 ottobre 2014 - AVEVANO affittato una casa in via Aulla a Marina di Massa dove si ritrovavano per sottoporre un amico con problemi psichici ad una serie allucinante di angherie e umiliazioni: gli avevano addirittura anche verniciato il corpo, poi lo avevano spogliato per fotografarlo nudo e metterlo su youtube e gli avevano anche tagliato i capelli disegnandogli un simbolo nazista sulla testa. E non era finita: con lui giocavano a carte e immancabilmente perdeva: per penalità doveva bere un bicchiere di vodka. Una volta andò anche in coma etilico e rischiò la vita. Due combriccole di amici, alcuni non si conoscono neppure, che aveva bersagliato di scherzi quel povero ragazzo, oggi trentacinquenne, con evidenti problemi psichici. E sei giovani sono finiti sotto processo per averlo ridotto in stato di incapacità con violenza. Il reato prevede che chiunque, mediante suggestione ipnotica o in veglia, o mediante somministrazione di sostanze alcooliche o stupefacenti, o con qualsiasi altro mezzo, pone una persona, senza il consenso di lei, in stato d’incapacità d’intendere o di volere è punito con la reclusione fino a un anno. I fatti però risalgono al marzo 2007 e i reati si prescriveranno a dicembre. C’è anche l’accusa di violenza privata. Dovrebbe restare in piedi solo l’episodio del video pubblicato su youtube. Ieri in tribunale davanti al giudice Garofalo ha deposto uno degli imputati che ha detto che “a quel ragazzo volevamo bene, gli avevamo regalato anche dei vestiti pesanti perché aveva freddo. Purtroppo troppe volte veniva alla casa dove giocavamo già ubriaco e la storia del coma etilico riguarda un altro episodio che non ci coinvolge”. L’imputato ha spiegato che era stato lo stesso disabile ad avergli detto di volersi tagliare i capelli “come i miei. Sì, io mi sono fatto una cresta e a lui è stato disegnato un simbolo nazista ma è finito tutto lì. Quando è uscito dalla casa non aveva più il disegno sulla testa”. Uno dei sei imputati ha riferito che la storia della vernice sul corpo riguardava altre persone “che non conoscevamo”. ​Guido Baccicalupi