Cultura della memoria in classe. Voci, aneddoti e testimonianze

Venerdì al parco-fiera di Barbarasco di Tresana gli studenti incontrano la direttrice di QN Agnese Pini

Cultura della memoria in classe. Voci, aneddoti e testimonianze

Cultura della memoria in classe. Voci, aneddoti e testimonianze

Ricordare, comprendere, vedere, ascoltare, così funziona la memoria, così si tramanda il passato. In una terra di Resistenza, vittima di orrori e violenza, questo è d’obbligo. È proprio con l’intento di portare a conoscenza i più giovani di ciò che accadde durante l’occupazione nazifascista che le sezioni Anpi Tresana e Anpi intercomunale Aulla-Podenzana-Licciana hanno collaborato con le scuole tramite il progetto comune condiviso ’Cultura della Memoria’. Il proposito generale: la valorizzazione della memoria storica, specialmente quella locale, nella pratica un percorso di approfondimento dell’eredità della Resistenza e di conoscenza dei maggiori eventi avvenuti durante il secondo conflitto mondiale in Lunigiana. Molti mesi di lavoro in cui i ragazzi dell’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado di Tresana, Licciana-Nardi e Aulla hanno potuto lavorare anche su ’Un autunno d’agosto’, il testo della direttrice del Quotidiano Nazionale Agnese Pini, donato dalle sezioni Anpi: 40 copie che rimarranno in dotazione alle scuole. In classe hanno analizzato passaggi e, con l’aiuto degli insegnanti, compreso ciò che nell’agosto crudele del 1944 accadde in un piccolo paese ai piedi delle Apuane, vicino a loro, sconvolgendo per sempre la realtà di quei territori fatti di gente semplice, innocente. L’eccidio di Bardine-San Terenzo Monti è stato tra i più cruenti tra quelli avvenuti in Italia durante la Seconda Guerra mondiale: 159 civili barbaramente uccisi, soprattutto donne e bambini. Venerdì alle 10.30, i ragazzi avranno l’opportunità di incontrare Agnese Pini nel parco-fiera di Barbarasco, la quale dialogherà con loro alla presenza alle sezioni Anpi che hanno organizzato il progetto in questione.

Un importante momento per concludere ’Culture della Memoria’ e ascoltare la voce di chi ha scritto il testo da loro studiato, ma anche per rielaborare ciò che hanno potuto vedere. Negli scorsi mesi, infatti, i ragazzi hanno visitato i paesi di San Terenzo e di Bardine, il luogo dell’eccidio – il podere di Valla –, il Museo dedicato. Le domande in quell’occasione sono state molte, indice di una curiosità diffusa, mista allo stupore per ciò che accadde: "perché uccidere donne, bambini e anziani? Non stavano combattendo, non erano né partigiani, né l’esercito nemico" ha chiesto incredula una ragazza. Qualcuno direbbe che fu follia. Ma non è questa la risposta, sarebbe troppo semplice incolpare l’irrazionalità. Fu piuttosto malvagità, pienamente umana e razionale e un disegno ben consapevole, una punizione esemplare per sconvolgere e impaurire. "Come fa un uomo a fare così tanto male?" ha chiesto un altro studente. Le risposte sono tutt’altro che scontate. Progetti come questo servono ad illuminare tali questioni e provare a fare in modo, tramite la trasmissione di conoscenza storica, che quel male non si compia più.

Emma Traversi