Crolla un soffitto nell’antico convento. Sepolti i faldoni dell’archivio giudiziario

Pontremoli, disastro alla Santissima Annunziata con le macerie precipitate in un’ala dismessa. Il parroco: "Qui si faceva catechismo"

Crolla un soffitto nell’antico convento. Sepolti i faldoni dell’archivio giudiziario

Crolla un soffitto nell’antico convento. Sepolti i faldoni dell’archivio giudiziario

Cronaca di un crollo annunciato. E’ sprofondata, forse 8 giorni fa, l’intera volta che sorreggeva una grande sala al primo piano del Convento della S.S. Annunziata nella zona sud, verso santa Giustina. Le macerie sono precipitate nella stanza del camino, un tempo cucina dei frati agostiniani e hanno travolto pure alcune pareti divisorie. Per fortuna quel settore dell’edificio non era più usato da anni e si contano solo i danni all’edificio causati delle abbondanti infiltrazioni di acqua dal tetto. Al momento del tracollo nessuno si è allarmato nelle vicinanze, il disastro è stato scoperto solo qualche giorno più tardi durante un sopralluogo, chiesto dal Tribunale di Massa per verificare lo stato di conservazione dei faldoni dell’archivio giudiziario, stivati nei locali del Convento. I tecnici presenti sono stati colti da sconcerto all’imporvvisa vista del cedimento della volta, con i detriti che hanno letteralmente sepolto le carte storiche dei processi collocate nelle stanze del piano terra.

Il cedimento è stato segnalato poi al Demanio (proprietario dell’immobile) assieme alla direzione dell’Archivio di Stato, che occupa una parte della struttura, distante però dal punto in cui si è verificato il collasso della volta. Mentre la Curia vescovile all’interno del Convento ha ancora la proprietà della canonica, locali impreziositi dagli affreschi barocchi di Nicolò Contestabili. Sono state transennate alcune aree del convento limitrofe a quelle del crollo e all’esterno anche il tratto di Via Francigena che corre lungo il perimetro est del convento. Il parroco della S.S. Annunziata don Lorenzo Piagneri è molto dispiaciuto per l’inutilità di appelli e segnalazioni inoltrati nel tempo alle autorità per la manutenzione soprattutto alla copertura. Il crollo è stato provocato infatti da infiltrazioni di acqua ultra decennali: si nota dall’umidità dei muri all’attacco delle arcate. "Se penso che in quel locale dove è precipitato il pavimento portavo fino a qualche anno fa i bambini per la lezione di catechismo, mi sento tremare la gambe - dice il sacerdote - Poi mi sono accorto che i muri si stavano deteriorando per le perdite di acqua dal tetto e ho deciso di cambiare sede". Il Convento fu costruito assieme alla chiesa tra il 1474 e il 1480 sotto la direzione del maestro Martino da Lugano e affidata agli Agostiniani. La sezione dell’Archivio di Stato è chiusa dal marzo 2020, ma in precedenza era stata sprangata dal 15 novembre 2018 al 6 giugno 2019, poi riaperta grazie alla moratoria concessa dal Governo per le sedi storiche sino alla pandemia. Attualmente manca il certificato di prevenzione incendi (Cpi), che attesta la conformità alle normative della sicurezza e poi la struttura non è stata ritenuta esente da rischi sismici. La Direzione Generale Archivi del Ministero dei Beni Culturali, ha da tempo stanziato fondi che dovevano favorire la rapida realizzazione degli interventi in somma urgenza (in particolare il rifacimento del tetto) nel settore occupato dall’Archivio di Stato. Ma pare che la gara d’appalto, di competenza del segretariato regionale del Ministero, sia stata bandita solo recentemente, in ritardo di qualche anno. Il Comune di Pontremoli, che nel 2023 aveva preso in affitto dal Demanio la parte non occupata dall’Archivio di Stato, in una nota di riscontro al sopralluogo dello scorso agosto dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, inviata alla Direzione Generale Archivi, aveva preso atto che le condizioni rappresentate del patrimonio archivistico ricoverato all’Archivio di Stato della S.S. Annunziata risultassero deficitarie a causa della scarsa attenzione e per la singolare gestione dedicate alla sezione di Pontremoli sin dalla chiusura della sede distaccata, avvenuta nel marzo 2020.

Natalino Benacci