
di Laura Sacchetti
Sono arrivati a metà dell’opera gli interventi di riprofilatura per la costa massese necessari per tamponare la situazione e affrontare la stagione estiva. Palliativi per l’emergenza erosione. Ancora nessuna soluzione definitiva perché i quantitativi portati non sono sufficienti a salvaguardare un litorale in grave sofferenza. Si attendono lavori strutturali che possano riequilibrare la linea di costa, tutelare l’arenile e proteggere il sistema economico del turismo balneare. Entro il 15 giugno, data di inizio della stagione, dovranno essere terminati i lavori che prevedono l’apporto di circa 9mila metri cubi di sabbia per una spesa di 700mila euro. Sabbia portata con i camion e stesa con le ruspe in sei punti differenti.
Nelle tre zone di Marina di Massa i lavori sono già terminati e si tratta delle spiagge comprese tra gli stabilimenti Marchini e Don Gnocchi; a destra del Brugiano tra il bagno comunale e i bagni Milano e Asciutti; a sinistra del Brugiano tra i bagni Giulia e Italia. E’ in corso di chiusura il cantiere tra il pennello 7 e 8, ossia tra i bagni Isa e Oliviero. Secondo il cronoprogramma dovranno poi essere interessate la zona di Ronchi tra il pennello 1, 2 e 3, cioè dal bagno Palmo Mare al bagno Ronchi di Levante e poi la spiaggia della Croce Rossa a Marina di Massa, in località Partaccia.
La sabbia viene dunque stoccata di giorno e stesa sulla spiaggia la notte. Il risultato effettivo sarà valutabile dopo la prossima mareggiata. Solo così si potrà determinare se il quantitativo portato era sufficiente oppure se c’era bisogno di qualche metro cubo in più. Se poi ogni anno sono necessari interventi di ripascimento in diverse zone, perché non giocare d’anticipo per poter realizzare questi lavori con l’utilizzo di una draga che è in grado di portare quantitativi maggiori di sabbia?
Rimane l’amaro in bocca per la situazione di Poveromo. Un cantiere già in partenza sfortunato, fermato dalle beghe legali: lavori iniziati nel 2019, poi interrotti e terminati questa primavera. Qui sono stati portati 100mila metri cubi di sabbia ma alla prima mareggiata, almeno la metà, è finita in mare. Sembrava, a detta di tutti, un quantitativo importante, ma per una somma di variabili non ha dato il risultato sperato. Se in molti tratti infatti la profondità della spiaggia sembra aumentata di qualche metro rispetto a quella che c’era in partenza, si è verificata una situazione paradossale davanti ad alcuni stabilimenti. Diversi bagni hanno perso molta spiaggia, ritrovandosi con decine di metri in meno rispetto alla scorsa estate.
Poveromo è stato un banco di prova per gli operatori balneari e per la Regione sulla resa effettiva del quantitativo e per le modalità di stesura della sabbia. Il dialogo, però è aperto perché l’obiettivo è comune: frenare l’erosione e tutelare la spiaggia. Le difficoltà sono molte in termini di risorse economiche, operative e di tempistiche. La natura, infatti, non aspetta i tempi dell’uomo, e allora diventa necessario pensare a ripascimenti più sostanziosi e magari trovare soluzioni per snellire le procedure, per non ritrovarsi ogni anno a fare i conti a ridosso della stagione balneare e magari riuscire a correggere in corsa la situazione. Resta sul tavolo anche i timori legati all’ampliamento del porto di Marina di Carrara. Cosa accadrà alla costa massese in seguito alla realizzazione di questo progetto? Quali saranno le conseguenze in termini ambientali e per la filiera turistica? Perché non mettere in sicurezza prima un litorale fragile e poi progettare l’ampliamento di un porto che, come hanno detto i tecnici, ha dato un’evidente accelerata all’erosione?