
di Patrik Pucciarelli
Si conclude oggi, con numeri da record, la kermesse che per quattro giorni ha animato il centro di Carrara. Tra conferenze, spettacoli e musica si sono cercati di definire i contorni dell’umano facendo i conti con disuguaglianze e iniquità, con forze in bilico tra umanità e disumanità. Interviste a tutto tondo con attori del settore che hanno provato a dare delle risposte ai tanti quesiti del pubblico presente. Cosa ci rende umani? Cosa rende umano il nostro agire? Giorni di riflessione e di divertimento dove abbiamo capito che spesso la risposta alle nostre domande è proprio accanto a noi, solo che non la vediamo. Basterebbe guardarci dentro perché "le emozioni sono l’unico linguaggio completamente umano e quelle di base sono identiche per ogni essere umano". Con poche parole, dirette e incisive, Stefano Massini ha introdotto il suo spettacolo riassumendo il concetto cardine del festival: cosa guida l’umanità? Un viaggio tra rabbia, paura, gioia, dolore, sorpresa e disgusto, quelle che lui definisce ‘emozioni di base’, identiche, presenti in ciascuno di noi, caratteri insiti nell’essere umano. Sotto la statua di Garibaldi nell’omonima piazza, tra sedie occupate e chi in terra ha trovato un po di spazio, il folto pubblico è rimasto incantato dalle parole dello scrittore e drammaturgo, primo autore italiano ad avere ricevuto il Tony Award, il premio oscar del teatro americano. "Noi siamo quello che proviamo - continua lo scrittore - e raccontarci agli altri significa raccontare le nostre emozioni. Descrivere il nostro essere in un momento storico difficile dove tutto si confonde con tutto, dove è difficile marcare i reali confini dei nostri stati d’animo".
Siamo spesso etichettati come analfabeti emotivi, da questo parte Stefano Massini per intraprendere un viaggio, dove prende per mano il pubblico e lo traghettata nel labirinto delle emozioni. Un sostantivo, che dimentichiamo quanto sia forte, rivelatore e concreto, "l’unico linguaggio, quello emotivo - prosegue -, con il quale non puoi prendere in giro nessuno, l’unico mezzo totalmente umano. Solo che noi esseri umani siamo totalmente contraddittori perché le odiamo e le temiamo al punto tale che insegniamo ai nostri figli che non devono farsi vedere piangere dagli altri. Non è bello essere visti piangere, colui che è forte è colui che non manifesta le emozioni. La nostra educazione si basa tutta sulla negazione e sul controllo ma è impossibile programmare un’emozione. Abbiamo paura di esprimerla, allora ci dobbiamo armare di coraggio, decidiamo di sfidare il pericolo perché la più grande paura è quando abbiamo paura".
Anche la nostalgia può trasformarsi in un’emozione e l’ultimo giorno ha sempre un sapore nostalgico. Ma saranno sempre tanti gli incontri partendo dalle 17 all’accademia di Belle Arti con Giacomo Borella e la conferenza ‘Abitare’, presentata dal giornalista Daniele Rosi. Alle 17.30 a palazzo Binelli l’incontro con Davide Pugnana dal titolo ‘Tra umano e non umano’. Un dialogo, quello delle 18, tra Silvia Romani e Giulia Sissa, ‘Fra antichità e contemporaneità’ a palazzo Cucchiari. Poi alle 18.30 all’accademia di Belle Arti si terrà la conferenza con Antonella Anedda presentata dalla giornalista Vinicia Tesconi, alla stessa ora a palazzo Binelli ci sarà l’incontro’Angeli Custodi. Alle 19 in corso Rosselli, Vera Gheno, parlerà di ‘Umanità raccontata’ e alle 20 sempre in corso Rosselli avrà luogo il dialogo tra Rayhane Tabrizi e Yagoub Kibeida dal titolo ‘Vita e Libertà. Infine per il gran finale sul sagrato della Chiesa del Suffragio la musica sarà quella dei Tiromancino e l’appuntamento al prossimo anno.