
Un’inedita collaborazione tutta al femminile per la residenza artistica di ‘Torano Notte e Giorno’ intitolata a Bernardo Rossi scomparso nel 2021. Il comitato Pro Torano ha infatti selezionato la scultrice russa Marianna Blier e la fotografa e artista multimediale Paola Cassola per la prossima edizione della kermesse, in programma dal 25 luglio al 13 agosto. Lavoreranno fianco a fianco nel borgo dei cavatori per dare vita ad un nuovo progetto artistico che diventerà patrimonio del Parco della Scultura Toranese. La rassegna, che attinge anche quest’anno dal mondo del cinema, si ispira di Roald Dahl e al celebre riadattamento del 2005 di Tim Burton della “Fabbrica di Cioccolato”. Tutti gli artisti partecipanti (le candidature scadono il 30 maggio) dovranno realizzare opere e installazioni che rimandino al film o alla sua versione narrativa.
"Sono due artiste sconosciute tra di loro, all’apparenza diverse e lontane nel modo di forgiare la loro arte – spiega Emma Castè, direttore artistico di Torano Notte e Giorno –. La mia scelta è ricaduta su di loro perché ho percepito molte affinità che possono intrecciarsi e realizzare qualcosa di unico. Dal primo appuntamento per farle conoscere è scattata una sinergia immediata. Due artiste che hanno scelto Carrara e Pietrasanta come base per la loro arte, dopo anni all’estero".
Marianna Blier è una scultrice del marmo che ha trovato a Carrara la sua seconda casa artistica nonostante dal 2007 viva a Vienna. Il suo sguardo è rivolto all’antichità classica, all’Italia rinascimentale e alle culture indigene, e la sua ricerca la porta in cattedrali, eventi e musei in tutta Europa e oltre. Ma sono le montagne e il mare di Carrara e del nord della Toscana la sua vera ispirazione. Nei rari momenti in cui non è immersa nel suo studio, cammina nella natura, dalle Alpi Apuane alla costa mediterranea.
Molto diverso il percorso di Paola Cassola, milanese, che ha iniziato la sua carriera come giornalista e fotoreporter lavorando per Vogue e altre riviste di informazione internazionali in tutto il mondo. Nel 2003 ha tenuto la sua prima mostra fotografica riconosciuta a livello internazionale alle Nazioni Unite a Ginevra. Nel 2007 è stata la prima artista a viaggiare da Londra a Ulanbataar in Mongolia, in 30 giorni a bordo di una Fiat 500 d’epoca. Ha compiuto lunghi viaggi fino a quando, nel 2004, un incidente le ha causato una mobilità molto limitata. Nel 2012 ha intrapreso una serie di performance in cui ha utilizzato la fotografia per documentare la sua vulnerabilità ed esaminare identità e intimità. Il suo lavoro mira a interrogarsi su come la forma fisica possa muoversi attraverso lo spazio e il tempo sia come entità unica che in tandem coreografico con altre.