REDAZIONE MASSA CARRARA

Cave, scelte sbagliate Il Cai sollecita Giani "Stop alla distruzione delle Alpi Apuane"

"Quale marmo? L’85% dell’attività estrattiva è quella del carbonato di calcio. Va ridimensionata, non apporta alcun valore aggiunto ai territori locali". Il presidente regionale Tellini chiede alla politica un deciso cambio di rotta.

Cave, scelte sbagliate Il Cai sollecita Giani "Stop alla distruzione delle Alpi Apuane"

Il futuro dell’ambiente in Toscana non è al sicuro e il presidente regionale del Cai della Toscana, Giancarlo Tellini, chiede un netto cambio di rotta in una lunga lettera inviata al presidente della Regione, Eugenio Giani, con un focus speciale dedicato alle Alpi Apuane. "Ci chiediamo come si faccia ad accettare la distruzione progressiva di queste montagne palesando come motivo la pregiata qualità del marmo, quando invece la produzione prevalente della attività estrattiva è quella del carbonato di calcio, che raggiunge l’85% della produzione e che andrebbe fortemente ridimensionata, in quanto attività che non apporta alcun valore aggiunto ai territori locali, né da un punto di vista occupazionale, né tanto meno da un punto di vista della lavorazione in loco. La percentuale di marmo di Carrara destinata a usi artistici è quasi insignificante. La quota in assoluto maggiore di marmo grezzo viene esportato in diversi paesi del mondo. Il marmo lavorato è destinato a specifici mercati di nicchia e il carbonato di calcio, rappresenta una categoria a sé, esce dal territorio sotto la voce prodotti chimici".

Scelte che secondo il presidente del Cai regionale portano a "convivere con i danni conseguenti ai residui della lavorazione (marmettola) che inquina i fiumi e le sorgenti, arrecando un danno ambientale non quantificabile al bene primario acqua, facendo così pagare alla cittadinanza i costi per rendere potabile l’acqua dell’acquedotto, come nel caso del Comune di Massa". Attività che creano una lunga lista di problemi, come la "non corretta gestione dei ravaneti" a cui si sommano scelte quantomeno discutibili per il Cai come quelle di "riattivare cave chiuse da tempo nel territorio del Parco delle Alpi Apuane e si rinnovano le concessioni alle circa 70 cave presenti nel Parco, con il subdolo equivoco delle cosiddette ‘aree contigue di cava’. Ancor più grave, si prorogano le pronunce di compatibilità ambientale anche alle imprese che hanno ‘sforato’ il perimetro di lavorazione autorizzato, con danni irreversibili" a fronte di un ripristino ambientale: "Come mai si farà a far ricrescere ciò che è stato irreversibilmente tolto".

Intanto il Piano integrato del Parco "non ha ancora visto la luce e comunque non rappresenta la proposta migliore. Gli interessi delle amministrazioni locali della Comunità di Parco nel modificare la proposta iniziale hanno dato priorità alle attività estrattive. L’altissimo tasso di disoccupazione nel territorio, il più alto in Toscana, dimostra come questa monocultura dell’escavazione sia frutto di una scelta politica sbagliata, che porta beneficio a pochi e disperazione a molti. Per noi si deve cambiare, ridimensionando l’escavazione e valorizzando altre attività: un compito che la Politica deve affrontare senza ulteriori rinvii". Fra i casi più gravi, il presidente regionale cita il Paur per la cava Castelbaito Fratteta a Fivizzano che prevede "un aggravio del transito per un totale di 27 viaggi al giorno di camion contenenti blocchi (7) contro quelli di inerti(20) nella strada per Campocecina a Carrara. Con buona pace della vocazione turistica di quella zona, sarà necessario lo spostamento del sentiero Cai 174".