Ora c’è una bozza del disciplinare per la concessione degli agri marmiferi. Il documento è stato illustrato dalla sindaca Serena Arrighi nella commissione marmo presieduta da Nicola Marchetti. Il disciplinare comprende le norme che, sulla base del regolamento comunale degli agri marmiferi, stabiliscono in che modo si dovrà procedere alla gara per la concessione. Il documento elenca i criteri per la valutazione delle offerte degli operatori economici interessati all’aggiudicazione delle concessioni, con la conseguente durata. Due le fasi procedurali: la prima per stabilire una graduatoria di merito e la seconda per determinare la durata della concessione.
Nella prima fase ogni singola offerta sarà valutata su sei diversi aspetti: ricadute socio-economiche; ricadute ambientali; ammontare del canone di concessione a tonnellata propost; effetti occupazionali; natura e ammontare degli investimenti previsti dal piano economico finanziario, infine certificazioni che qualifichino processo produttivo e gestione ambientale e sociale dell’impresa. Il vincitore avrà la cava in concessione per 13 anni, che potranno diventare 15 in caso di certificazione Emas. La durata potrà essere aumentata di 10 anni sulla base di progetti che prevedano l’incremento della lavorazione in loco, miglioramento degli standard di tutela ambientale e sicurezza dei lavoratori, aumento dell’occupazione e sviluppo delle filiere.
Il disciplinare stabilisce criteri per valutare le proposte progettuali, mettendo nero su bianco come ci si debba comportare nel caso a gara ci siano agri liberi da concessioni e funzionali all’ampliamento di cave esistenti, o quali documenti dovranno essere presentati per partecipare. Infine la precisazione che i soggetti incorsi nella decadenza della concessione non potranno partecipare a nuova gara.
"E’ una novità per il Comune – ha spiegato la sindaca Arrighi – e qualcosa di rivoluzionario per la gestione degli agri marmiferi, in continuità con la legge regionale 35 e quanto fatto dalle amministrazioni degli ultimi anni. Penso alla firma di 70 convenzioni tra Comune e imprese escavatrici, alla registrazione di 17 certificazioni Emas, alla costituzione dell’osservatorio sui prezzi del marmo, al regolamento per la tracciabilità dei blocchi, al disciplinare per l’applicazione dell’articolo 21, ma anche al regolamento degli agri marmiferi o ai Pabe fatti da chi ci ha preceduto. Adesso un ulteriore passo verso maggiore trasparenza nella gestione degli agri marmiferi comunali, che consentirà di sottrarci una volta per tutte dalla logica del ricatto occupazionale". "Importante percorso di confronto e condivisione che proseguirà nelle prossime settimane con l’ascolto di sindacati, rappresentanti delle associazioni datoriali e mondo ambientalista – aggiunge il presidente Nicola Marchetti – . Ci aspettiamo che ognuno porti un contributo costruttivo, aperti ad ascoltare qualsiasi proposta per integrare il testo prima di portarlo in aula".