"Cave: da risorsa a disastro ambientale"

Il gotha del Cai si riunisce al rifugio Carrara a Campocecina per discutere di temi economici e per un’escavazione più sostenibile

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Testimoniare l’attenzione per l’impatto ambientale e la presenza dell’uomo sulle terre alte e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema. È con questi obiettivi che nella giornata di sabato, al Rifugio Carrara di Campocecina, si riuniranno i vertici del Club Alpino Italiano. Il dilemma fra preservazione e sfruttamento delle Alpi Apuane, simbolizzato dalle cave, il tema al centro dell’incontro del Comitato direttivo centrale delle 8,30 e della Conferenza dei presidenti regionali e provinciali delle 13,30.

Tema da sempre caro al sodalizio, che ha voluto confermare la vicinanza al Cai Carrara e alle associazioni anche con l’escursione di domenica 18 – il cui itinerario parte dal rifugio Carrara e raggiunge le cave del Sagro attraverso i prati di Campocecina e Capanna Martignoni – durante la quale la presidente del Cai Carrara, Brunella Bologna, e i soci della Sezione racconteranno ai partecipanti, al presidente generale del Cai, Alberto Montani, e alla vicepresidente, Laura Colombo, le problematiche del territorio, definito dal Cai "un meraviglioso scrigno di bellezza e biodiversità, interessato però dall’estrazione del marmo e del carbonato di calcio".

"Le Alpi Apuane – spiega il presidente Montani – sono il luogo in cui il contrasto tra natura e antropizzazione emerge in maniera netta, ma può diventare anche il territorio in cui trovare nuove strade e percorsi di coesistenza tra attività dell’uomo e preservazione della biodiversità. Con il Comitato direttivo centrale al Rifugio Carrara, il Cai vuole toccare con mano i problemi delle Apuane per trovare soluzioni e proporre modelli che sappiano delineare uno sviluppo del territorio equilibrato e sostenibile dal punto di vista ambientale".

"È con grande riconoscenza che accogliamo il Presidente generale e i vertici apicali del nostro sodalizio in questo territorio dove le cave, da fonte di lavoro per la popolazione locale, sono diventate uno dei disastri ambientali maggiori di tutto il pianeta – afferma il Presidente del Cai Toscana Giancarlo Tellini –. I media parlano spesso del marmo per l’arte ma questa è una piccola destinazione della produzione, quasi insignificante. Il prodotto principale è il carbonato di calcio, circa l’85 per cento del materiale estratto. Distruggiamo intere montagne per fare polvere. Il Cai vorrebbe il ritorno a limiti più tollerabili, potrebbero essere il 40 per cento, ad esempio. Tante cose sarebbero da cambiare per salvare dalla distruzione queste montagne, un’eccezionale biodiversità e la grande quantità di acqua che producono. Questo incontro sarà un’occasione per portare la conoscenza a livello nazionale, auspicando un concreto interesse dai ministeri competenti".