
Una delle cave presenti nel territorio (foto d’archivio)
Massa, 6 maggio 2021 - Il futuro delle cave massesi, disegnato dai Piani attuativi dei bacini estrattivi (Pabe) deve essere ancora ‘svelato’ visto che i documenti per ora non sono stati resi pubblici, ma si preannuncia già una lunga battaglia con gli ambientalisti, anche a suon di carte bollate. La videoconferenza di presentazione dei Pabe da parte dell’amministrazione di Massa e dei tecnici del Centro di geotecnologie dell’università di Siena è prevista per oggi e le associazioni ambientaliste hanno già messo in fila una serie di domande e puntualizzazioni che potrebbero far scaldare gli animi sin dalle prime battute. Un affondo unitario di Italia Nostra, Gruppo di intervento giuridico, Cai, La Pietra Vivente, Apuane Libere. Partiamo dalle cave per le quali è prevista la riattivazione: secondo le associazioni ambientaliste "Puntello Bore è stata riattivata con un percorso non regolare e nel sito esiste un’alga rarissima. Cresta degli Amari è una cava inventata. Focolaccia è sopra i 1.200 metri, in cresta, in una sella glaciale a fianco al rifugio Aronte, bene storico vincolato e lo scavo anche in sotterraneo in area tutelata è vietato da specifica circolare del Ministero dei beni culturali. Carpano di sotto è classificata come pascolo cespugliato e Mucchietto è rinaturalizzata".
Nel mirino anche possibili danni erariali, in particolare per la mancata caducazione, sostengono gli ambientalisti, di alcune cave inattive, ossia "Capriolo, Fondone (e anche la cava inventata "i Filoni"), Lavagnina, Quercioli, Rocchetta Saineto alias Rocchetta B" e incalzano poi sulla necessità di "riscontrare le singole concessioni con le diverse ricognizioni. Il canone di affitto deve riguardare tutta l’area in concessione per evitare il danno erariale. L’amministrazione attenzioni il caso Madielle: la concessione è 74.908 metri quadrati o 158.040?". Infine altre due precisazioni sottoposte ai tecnici: "Padulello e Biagi vanno considerate due cave distinte perché sono originate da concessioni diverse e hanno avuto percorsi autorizzativi diversi, tranne negli ultimi anni allo scopo di favorire il concessionario". Ovviamente attendono di conoscere nel dettaglio i Pabe "per fare puntuali osservazioni". E’ questo un altro tema di scontro.
Ma l’amministrazione non ci sta all’accusa di aver secretato gli atti: "La videoconferenza è stata programmata come momento informativo sul procedimento. Gli atti, una volta approvati dalla commissione Urbanistica, verranno trasmessi al consiglio comunale per l’adozione dello strumento pianificatorio. Dopo l’adozione la documentazione (materiale di studio e atti amministrativi) sarà pubblicata all’albo e in trasparenza come prevede la legge, e resa accessibile, anche in forma digitale, attraverso il sito del Comune. La fase partecipativa del procedimento con la possibilità di presentare osservazioni seguirà dunque l’adozione dello strumento da parte del Consiglio e si avvierà formalmente con la pubblicazione dell’atto di adozione sul Burt".