
Il clamore suscitato da un articolo d’inchiesta pubblicato dal nostro giornale il 14 agosto scorso, sulla misteriosa vicenda collegata all’attentato subito da Enrico Mattei ex fondatore e presidente dell’Eni, il cui aereo venne fatto esplodere in volo il 27 ottobre del 1962 sui cieli nei pressi di Pavia; vicenda che ha a che fare con la sparizione del giornalista palermitano Mauro De Mauro e con la morte di due piloti: Marino Loretti, a cui era affidata la manutenzione dell’aereo di Mattei, e del figlio Irnerio le cui salme, il cronista, ha scoperto riposano nel cimitero di Bigliolo, ha comportato una svolta insperata e positiva: il dottor Vincenzo Calia, magistrato alla Procura della Repubblica a Milano, che a distanza di anni riaprì il caso indagando sulle morti di Enrico Mattei e dei Loretti scoprendo che il primo era stato vittima di un attentato mediante esplosivo celato nell’abitacolo ed i secondi erano morti precipitando al suolo, per un preciso atto di sabotaggio: il loro aereo infatti, pochi minuti dopo che s’erano innalzati in volo dall’aereoporto di Ciampino a causa del grande quantitativo d’acqua che dolosamente era stata aggiunta al carburante era caduto a spirale sfracellandosi, è stato invitato ad Aulla e presenzierà venerdì 25 del mese alle ore 15 ad una pubblica conferenza in piazza Cavour nel centro cittadino.
Ad invitare questo tenace magistrato, per parlare e fare il punto su queste oscure e drammatiche vicende, il sindaco Roberto Valettini, il professor Umberto Crocetti, rispettivamente nipote e cugino dei piloti deceduti e monsignor Antonio Vigo, parroco di Bigliolo nel cui cimitero riposano le salme di quest’ultimi. Nel caso di meteo avverso, la conferenza si terrà all’interno della Sala Tobagi in ottemperanza alle normative sul Covid-19. L’evento è aperto a tutta la cittadinanza e vedrà la presenza della V^ Classe del Liceo Classico di Aulla dove il professor Crocetti insegna Lettere. E’ probabile che, grazie all’inchiesta de La Nazione, il caso Loretti venga riaperto e si possa fare luce su un caso veramente pieno di domande che ancora non hanno trovato risposte e che l’Italia stessa sta aspettando da tempo e che grazie al nostro giornale torna nuovamente d’attualità. La tenacia di monsignor Antonio Vigo è stata quindi premiata: aveva promesso di cercare la verità, ci sta riuscendo.
Roberto Oligeri