Camminare fra marmo e arte

Simposio internazionale per destinare opere sulla Francigena

Marmo (foto di repertorio)

Marmo (foto di repertorio)

Carrara, 13 settembre 2019 - Tracce sulla Francigena: parlano gli scultori al lavoro nei laboratori della Padula. Lì un gruppo di studenti dell’Accademia sta realizzando una serie di sculture che andranno a decorare il percorso sulla Francigena: un’iniziativa dell’Accademia stessa in collaborazione con il Comune. «A Carrara voglio lasciare il segno»: Spyros Anastasiou, cipriota, ha raggiunto la città dopo due anni in Inghilterra e dopo un breve ritorno nel suo paese. Da Limassol sente l’esigenza di trovare la propria dimensione artistica spostandosi in Italia, dove può frequentare corsi a Firenze prima di scoprire l’Accademia.

Della sua opera per il simposio ha rivelato qualche dettaglio sulla sua ispirazione, molto vicina alla tradizione greca arcaica, in particolare vicina al tipo statuario del kouros. Con la volontà di istituire un legame forte e duraturo con la città si dedica a ciò che diverrà il suo capolavoro. «Il marmo è un materiale vivo»: Claudia Zanaga, dall’Accademia di Belle arti di Venezia, ha imparato in città a plasmare il marmo, un materiale pregiato e in grado di offrire possibilità espressive che agli altri sono precluse. Per il simposio sta realizzando un’opera legata alla simbologia del pellegrinaggio, a metà fra tradizione e concezione moderna del cammino, capace di parlare a coloro che lo compiono. «Tirare giù il cielo» è lo scopo che si prefissa Martin Brusinelli, proveniente da Bolzano e in procinto di terminare il triennio all’Accademia.

La passione per il marmo la condivide con il nonno, marmista, ma solo qui è emersa appieno. Rifacendosi alla tradizione della cattedrale gotica, tesa a toccare il cielo con le sue guglie appuntite, Martin sta dando vita a un concetto al tempo stesso ancestrale e contemporaneo, con le forme di un cubo ricoperto da vari specchi puntati proprio alle nuvole. «Cercavo una prospettiva diversa» asserisce Kadir Hocaoglu, che da Istanbul è giunto fin qui per seguire la propria ambizione di riuscire a modellare il marmo in maniera autentica, come ha potuto apprendere in Accademia. Concentrandosi sulla tematica del viaggio è giunto all’elaborazione di una scultura dai toni espressionistici, la cui valenza spirituale sta in un gesto semplice quanto universale: iniziare il cammino con la destra, in modo che il viaggio porti fortuna. «La materia è vita», e con essa lo scultore istituisce un rapporto intenso e profondo. Radu Galli ha vissuto il suo rapporto con la scultura in modo molto consapevole e sentito sin dalla fine del liceo artistico, a Cremona.

Dopo il triennio a Brescia si è trasferito a Carrara, città per cui ha provato un “amore a prima vista”. Alla riscoperta della tradizione e di un modus vivendi più vicino alla natura, Radu ha colto bene il senso di cammino come fatica necessaria per la salvezza interiore. Sarà una spirale a rappresentare ciò che per lui significa pellegrinaggio: una salita difficoltosa ma catartica. Last but not least, Susha Yang, cinese, che dopo il triennio a Firenze ha scelto di proseguire gli studi a Carrara e attualmente sta lavorando a un progetto che definisce “semplice e interessante”, secondo il suo stile poetico di modellare il marmo. Linee eleganti, forme armoniose e un’idea spirituale di percorso sulla Francigena convivono nella sua opera per il simposio, nella quale ha voluto rendere omaggio anche alla tradizione calligrafica cinese tramite una piccola scritta sulla cima della scultura.