Bollette pazze: "Ora riduciamo le aperture" E c’è chi per risparmiare raddoppia il locale

Cavazzini chiede sgravi dal Comune per non aumentare i prezzi. La Drogheria chiude per qualche mese e poi si allarga

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di Alessandra Poggi

I rincari in bolletta stanno mettendo a dura prova le attività, che da mesi vedono triplicati, a volte quadruplicati i costi di luce acqua e gas. Una situazione drammatica che rischia di far chiudere bottega a numerosi operatori del settore della somministrazione. E se da un lato la strategia che stanno adottando i ristoratori della città è quella di aprire con parsimoniaì, per risparmiare sui costi, c’è chi ha deciso di ampliarsi per poter reggere il colpo del caro bollette. È il caso della Drogheria di piazza Alberica, che per due mesi chiuderà i battenti per risparmiare in bolletta. Ma riaprirà entro la fine dell’anno raddoppiando lo spazio così da poter contenere più clienti. Una strategia per equilibrare spese e costi, che non riguardano solo gli aumenti in bolletta ma anche la crescita del prezzo delle materie prime. Il locale di piazza Alberica si amplierà inglobando i due fondi adiacenti e allargando la cucina, come spiega Paolo Baratta, uno dei soci della Drogheria: "A causa della scarsa reperibilità di manodopera specializzata – dice – dell’aumento delle materie prime e ora del caro energia, la Drogheria rimarrà chiusa per lavori di ristrutturazione fino a data da destinarsi. Dovendo pagare il 40% in più di energia non riusciamo a sostenere i costi. Le alternative erano due, o chiudere o allargarci per fare più coperti e cercare di compensare i costi. Abbiamo scelto la seconda opzione. Non è più possibile lavorare solo per pagare le bollette". E di lavorare per pagare le bollette ne sa qualcosa Cristina Bencivinni del bar Crema di via Roma, che si è vista recapitare una bolletta da 3mila 134 euro, in pratica il triplo di quando pagava lo scorso anno. Idem per le bollette di Candyland 318,18 euro e 974,58 per la creperia all’inizio di via Roma. Il tutto per un totale di 4mila 426 euro, non noccioline: "Prima pagavo 900, 300 e 100, in proporzione pago il triplo. Non so proprio cosa dire, sono sconcertata. Non è possibile lavorare per pagare le bollette, è una follia". Il punto della situazione nelle parole di Nadia Cavazzini, presidente di ’Ristorando Carrara’: "Una situazione drammatica – spiega – e il futuro non è roseo. Siamo costretti a lavorare per pagare queste bollette folli, se il Governo non interviene subito con soluzioni rapide c’è il rischio reale che chiudano tantissimi esercizi. Già siamo costretti a sostenere una forte pressione fiscale, poi c’è stato il rincaro delle materie prime, adesso il caro bolletta. In città in molti stanno pensando di ridurre le ore lavorative per risparmiare sull’energia, ma così facendo si toglie un servizio al cittadino e al turista, che vuol mangiare e trova il locale chiuso. L’alternativa sarebbe aumentare i prezzi, e ci costringeranno a farlo, ma l’aumento diventa un invito a non andare al ristorante. A livello locale le amministrazioni potrebbero venirci incontro sgravandoci di qualche onore".