
Blitz nel cuore dell’anarchia I nove indagati già sotto torchio Ricorsi in vista contro gli arresti
di Andrea Luparia
Iniziano oggi gli interrogatori dei nove anarchici per i quali sono scattate martedì mattina gli arresti o altre misure cautelari. La legge concede 5 giorni per gli interrogatori di garanzia davanti al Gip (in questo caso Riccardo Ghio) ma i tempi sono stati tagliati. Oggi si parte con Gino Vatteroni (ora ai domiciliari) per proseguire con tutti (o quasi) gli altri indagati agli arresti. Impossibile fare previsioni. L’unico dato certo è che per qualche tempo a muoversi saranno i magistrati genovesi. Le competenze resteranno nel capoluogo ligure sia per il Gip che, in futuro per il Gup. Ma se non ci saranno riti alternativi (abbreviato, patteggiamento o messa alla prova), se e quando si arriverà al processo, si svolgerà a Massa. Perchè se c’è stato un reato, ha avuto luogo a Carrara. Prassi a parte, ieri l’avvocato George Botti, che difende Vatteroni, ha fatto intuire di essere pronto a ricorrere al Tribunale del Riesame per ottenere la fine degli arresti domiciliari per l’assistito: "Le accuse sono pesanti - dice il legale - ma non mi risulta ci siano collegamenti reali tra fatti accaduti e il mio assistito. Ho la sensazione che prima o poi questa storia, almeno in parte, si sgonfierà. Certo, il sostituto procuratore Federico Manotti, che conosco e che stimo, potrebbe avere delle carte coperte da giocare ma ritengo che le avrebbe già messe in tavola per ottenere il carcere".
In attesa di conoscere quanto accadrà oggi, basta leggere l’ordinanza di applicazione di misure cautelari firmata dal Gip per capire che gli inquirenti distinguono nettamente la FAI (Federazione Anarchica Informale) dalla Federazione Anarchica Italiana, quest’ultima definita "associazione del tutto lecita, che opera legittimamente in Italia sviluppando il pensiero anarchico e compiendo numerose iniziative, non solo in ambito intellettuale ma anche in numerosi altri settori del vivere civile. La differenza è assolutamente di sostanza, non solo di forma". Ma dopo aver fatto questa giusta distinzione, gli inquirenti “giocano duro“. Gaia Taino, milanese di nascita e ora docente di matematica al Liceo “Marconi“ a Carrara, è descritta come "l’autrice dei più accesi articoli comparsi sulla rivista Bezmotivny dove l’invito a tornare a far paura e a compiere azione di guerriglia è una costante". Ma spesso le cose non vanno come si sogna e in una conversazione uno degli indagati lamenta "la scarsa partecipazione alle manifestioni pro Cospito nelle grandi città del Nord Italia". Malgrado questo, la rivista ospita articoli di Alfredo Cospito (detenuto in carcere) dove egli auspica che "l’anarchico non respinga il concetto di terrorismo e afferma che spargere il terrore tra uomini e donne di potere è cosa buona e giusta". E la Taino il 26 aprile 2021 pubblica un testo dove ribadisce la fondatezza "dei pacchi bomba a Prodi o a Sparagna e Rinaudo e la scelta di colpire le persone per il lavoro che fanno, come sbirri o politici".
Ma basta questo per ottenere le misure cautelari? Per il Gip "il pericolo di reiterazione è elevatissimo ed è dimostrato dalla condotta degli indagati". E così per Gino Vatteroni, Paolo Arosio, Gaia Taino e Luigi Palli il Gip ha disposto non solo gli arresti domiciliari con l’obbligo di non uscire dalle abitazioni, non avere contatti con terzi, di non usare il telefono e internet ma prescrive anche l’applicazione di mezzi di controllo elettronico.