REDAZIONE MASSA CARRARA

Bar Vangeli, una storia lunga come l’Italia

Il locale a Bardine di San Terenzo è nato nel lontano 1860. Franca, la titolare: "Da sempre al servizio della popolazione. Non so cosa siano le ferie"

Dall’epoca dell’unità d’Italia sempre al servizio della popolazione. Parliamo del Bar Vangeli a Bardine di San Terenzo. Il locale, infatti, è nato nel lontano 1860 ed era osteria, rivendita di commestibili e tabacchi. Insomma, un po’ di tutto. "Lo chiamavano ’l’Appalto’ – spiega Franca Vangeli, l’attuale proprietaria – così almeno i miei nonni ne tramandavano il ricordo in base alle testimonianze orali ricevute dai loro antenati". La signora Franca, classe 1938, è da quando era ragazza che sta dietro il bancone. Una sorta di istituzione locale. "Quando ero giovane – spiega – mi alternavo lavorando in campagna nei terreni di famiglia. Erano altri tempi: ricordo bene quando vendevamo le sigarette sfuse e soprattutto i sigari toscani. I clienti più anziani, tanto per intendersi, i reduci della Grande Guerra, i ’Cavalieri di Vittorio Veneto’ erano molto esigenti, li volevano scegliere personalmente nella cassetta di legno dove erano tenuti. Così pure, avendo anche i commestibili, ricordo chiaramente come fosse ora che vendevamo lo zucchero e il sale sfusi, a etti. Anche la salsa di pomodoro, la pasta, la marmellata... Cosa vuole, i soldi erano pochi a quell’epoca e la gente tirava avanti come meglio poteva".

"Poi negli anni Sessanta – continua la signora Franca – abbiamo installato anche la cabina per il servizio di telefono pubblico: un impegno non da poco, perchè nessuno a casa aveva la linea telefonica. E quindi bisognava recarsi al domicilio di chi era stato chiamato, riferendo da chi e spesso anche la motivazione; a volte si trattava pure di cose delicate, oppure era necessario avvisare l’utente che alla tale ora gli avrebbero telefonato giù da noi al bar. La nostra, a pensarci bene, è una cabina telefonica veramente storica: è tuttora perfettamente funzionante e mi dicono che è l’unica rimasta tale in tutta la provincia".

Come è stato il periodo trascorso durante la pandemia?

"Un’esperienza di vita veramente dura – commenta Franca – il bar era chiuso, ma ho gli alimentari ed era fondamentale, assolutamente necessario, che restassi aperta per distribuire i generi di prima necessità ai paesani, non ci si poteva spostare in quei momenti. E poi lo sentivo come un dovere nei confronti degli altri, specialmente dei più anziani, soli e senza mezzi". Un concetto, questo del dovere, che Franca ribadisce: "Certamente, come un dovere. Un servizio sociale a favore del prossimo. Bisogna tenere presente che, nella mia vita lavorativa, non ho mai fatto un giorno di ferie. Anzi, dirò di più: non so proprio cosa sia un giorno di ferie, però sono felice, appagata con me stessa perchè so di avere svolto coscientemente il mio dovere".

Adesso, con la buona stagione, ha qualche iniziativa in mente con cui rilanciare l’attività?

"Siccome non sono più... giovanissima – risponde Franca – andrò avanti finchè mi sentirò in condizioni di farlo. Ho una figlia che vive e lavora in città e non credo proprio che vorrà sostituirmi qui. Il futuro? E’ nelle mani di Dio. Rispondo come ci hanno insegnato i nostri vecchi". Intanto il Bar Vangeli partecipa all’iniziativa di Confcommercio e La Nazione denominata ’Un caffè per ripartire’. Tutti i suoi clienti possono votarlo attraverso il tagliando che ogni giorno pubblichiamo sul giornale.

Roberto Oligeri