Assalto alla Cgil, Franzoni resta in carcere Niente domiciliari per l’imprenditore ’no vax’

Il tribunale del riesame ha respinto la richiesta del legale Memo di rivedere la misura cautelare per il suo assistito in cella dal 22 aprile

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di Claudio Laudanna

Nicola Franzoni resta in carcere. Il tribunale del riesame ha respinto la richiesta avanzata dall’imprenditore e attivista no-vax e dal suo avvocato, Jacopo Memo, di rivedere la misura cautelare. Niente domiciliari, dunque, per Franzoni che dovrà rimanere ancora in cella a Massa, da dove è detenuto dallo scorso 22 aprile su ordine del procuratore aggiunto Michele Prestipino e del pubblico ministero Gianfederica Dito per l’assalto alla Cgil del 9 ottobre scorso. Ora Franzoni dovrà attendere le motivazioni del tribunale del riesame, che non arriveranno prima di 30 giorni, e poi potrà ancora fare ricorso in Cassazione. A complicare la situazione dell’attivista carrarese, e a spingere i giudici a confermare la misura cautelare della detenzione in carcere, ci sono i pesanti capi di imputazione a suo carico. In particolar modo a Franzoni viene contestata l’istigazione a disobbedire alle leggi dello Stato, ma anche devastazione e saccheggio aggravato, violenza e resistenza a pubblico ufficiale aggravata oltre che la violazione della misura di prevenzione del divieto di ritorno nella capitale.

Già nei giorni immediatamente successivi al suo arresto Franzoni è stato ascoltato in video conferenza dal gip romano Annalisa Marzano e dal pubblico ministero Dito riguardo ai fatti del scorso autunno. Secondo gli inquirenti Franzoni era uno dei leader della manifestazione tanto che nell’ordinanza cautelare viene anche riportata una frase pronunciata dall’imprenditore apuano dal palco di piazza del Popolo in cui diceva: "Siamo a Roma e l’abbiamo presa, la piazza segua Giuliano Castellino, l’obiettivo lo capirete". Franzoni, dal canto suo, anche davanti agli inquirenti ha raccontato la propria versione dei fatti e si è soffermato a lungo su come non sia fisicamente entrato nella sede della Cgil e che, anzi, quando vi è arrivato davanti l’edificio era già stato sgomberato dai carabinieri.

Da quando è stato accompagnato alle Gorine Franzoni ha prima rifiutato per diversi giorni il cibo che gli veniva portato in segno di protesta ed è rimasto in isolamento per ben due settimane perché non ha voluto sottoporsi al tampone, come previsto dalle norme anticontagio. Da alcuni giorni però è in cella con gli altri detenuti. Intanto nei giorni scorsi una decisa manifestazione di solidarietà nei confronti di Franzoni è arrivato dal noto militante di estrema destra Manfredo Bianchi che ha addirittura invocato una manifestazione per chiederne la scarcerazione. "Nicola – dice Bianchi - non è persona violenta , non è persona socialmente pericolosa. All’assalto alla Cgil, al quale Nicola non partecipò, tanto è vero che all’ indomani della manifestazione, molti dei presenti lo dichiararono. La sua detenzione in carcere è ingiusta ed ingiustificata. Chiamo a raccolta i suoi sostenitori affinché si organizzi una pubblica protesta in suo sostegno, per gridare con tutte le forze: ‘Nicola libero’".