CLAUDIO LAUDANNA
Cronaca

Articolo 21, le aziende chiedono tempo Il legale avvisa: "Sarà una pioggia di ricorsi"

L’avvocato Genovesi ha mandato una lettera a palazzo civico chiedendo per le imprese del marmo una proroga sulle scadenze

di Claudio Laudanna

"Le aziende hanno idee importanti, ma sono in grandi difficoltà per la redazione dei piani economici finanziari. Si sposti il termine per presentare i progetti altrimenti il 2022 sarà l’anno con il maggior numero di ricorsi ed esposti".

E’ una lettera pragmatica quella che uno dei principali avvocati delle aziende del lapideo carraresi, Ferdinando Genovesi, (nella foto) ha scritto ai consiglieri comunali, al presidente Michele Palma, al sindaco Francesco De Pasquale e alla giunta per chiedere di rivedere, o comunque, rimodulare, la scadenza del 30 aprile entro la quale, chi lo vorrà, potrà presentare le proprie proposte di investimento in città per accedere ai benefici dell’articolo 21, la norma che permette l’incremento del periodo transitorio, che altrimenti scadrà il 31 ottobre 2023, fino a un massimo di ulteriori 18 anni. In ballo ci sono, secondo le stime del Comune, investimenti fino a 27 milioni di euro per opere che vanno dal recupero del Politeama alla sistemazione del canale di Colonnata o ancora al rifacimento del camposcuola o alla realizzazione di un parcheggio sotto piazza d’Armi. In prima istanza la data per presentare i propri progetti scadeva per tutte le aziende il 31 dicembre 2021 salvo poi essere fatta slittare una prima volta al 28 febbraio 2022 e poi, dopo anche una modifica del testo dello scorso 31 gennaio, al 30 aprile. Ad oggi però nessuna azienda ha ancora ufficializzato la propria proposta e restano dunque poco più di due settimane per presentare al Comune una bozza di convenzione, l’impegno ad avvalersi della filiera corta per almeno il 50%, un eventuale progetto finalizzato all’ottenimento dell’incremento temporale previsto dall’articolo 21 e il piano economico-finanziario degli investimenti per il periodo di estensione della concessione. Proprio quest’ultimo passaggio secondo il legale degli industriali rappresenterebbe uno scoglio difficile da superare in così poco tempo in primo luogo per i commercialisti. "La deliberazione del consiglio che disciplina l’articolo 21 – ricorda Genovesi – è stata impugnata da molte aziende con un ricorso al Tar. Per quanto mi concerne il dato più rilevante che è emerso è quello sulla difficoltà interpretativa di molti passaggi e sull’eccesso di discrezionalità insito in molte previsioni. Lo stesso consiglio ha modificato il testo il 31 gennaio, sono poi emersi anche possibili contrasti, o passaggi non in linea, con la legge regionale e, infine, sono ancora in corso aggiustamenti al testo licenziato". Un’incertezza che, nonostante i numerosi incontri di questi mesi tra Comune e professionisti non è ancora stata fugata. "Le aziende si sono quasi tutte poste poste in maniera propositiva, ma ora sono in grandi difficoltà per la redazione dei Pef – prosegue l’avvocato –. Sarebbe quindi ragionevole che il termine del 30 aprile venisse ripensato o strutturato in modo tale che possa rappresentare per le aziende una sorta di limite entro il quale sottoporre al Comune la propria intenzione a presentare progetti, rimandando poi almeno al 30 settembre la presentazione compiuta. Entro fine aprile le aziende potrebbero presentare tutte le proprie richieste di chiarimenti e poi coinvolgere tutti i settori del Comune per dare risposte compiute entro, per esempio, il 30 giugno. Diversamente il rischio è che molte domande risultino mal presentate e di trasformare il 2022 da anno di svolta per il lapideo in quello con il maggior numero di ricorsi".

"Prima che io decidessi di scrivere ai consiglieri e alla giunta – conclude Genovesi – tutte le ditte coinvolte, o quasi, hanno spedito una pec per segnalare i problemi nella presentazione delle domande. In tanti stanno lavorando a progetti importanti, ma così si rischia di vanificare tutto".