"Aree naturali nel Poi". Lipu e Wwf lanciano un appello ai sindaci

Per le associazioni "sembra rimanere a margine del dibattito pubblico e del processo decisionale partecipato" in corso sul piano operativo.

"Aree naturali nel Poi". Lipu e Wwf lanciano un appello ai sindaci

"Aree naturali nel Poi". Lipu e Wwf lanciano un appello ai sindaci

Quando si tratta di pianificare il futuro del territorio per il bene dell’ambiente serve coraggio. Ed è questo che chiedono Alex Borrini e Lorenzo Cairo, referenti di Lipu Massa-Carrara e Wwf Alta Toscana nel momento in cui si discute con il territorio per la definizione del Piano operativo intercomunale (Poi) dei Comuni dell’Unione Montana della Lunigiana: "Invitiamo i sindaci i cui territori sono interessati dalle ormai ex-Anpil a essere coraggiosi per rendersi protagonisti di una rinnovata visione del territorio e costruire un futuro che sia ecologicamente e socialmente integro. Ricordiamo infatti che la Val di Magra è parte costituente della Riserva di Biosfera dell’Appennino Tosco-Emiliano, riconoscimento dovuto alla commistione tra umanità e natura; commistione che è giunto il momento di dimostrare nei fatti, anche ricostituendo aree protette".

Il tema delle Aree naturali di interesse locali, le Anpil insomma, secondo Borrini e Cairo "sembra rimanere a margine del dibattito pubblico e del processo decisionale partecipato, pur rappresentando un’occasione per quella valorizzazione e conservazione del territorio che figura tra gli scopi precipui del Poi. Delle 3 Anpil in provincia, due insistono sul bacino del fiume Magra per una superficie complessiva pari a 684 ettari, interessando i comuni di Aulla, Filattiera, Licciana Nardi, Mulazzo, Podenzana, Tresana e Villafranca in Lunigiana". Luoghi che, come rimarcano i referenti Lipu e Wwf, hanno un’importanza ecologica e paesaggistica certificata anche dal Piano di indirizzo territoriale della Regione "allo scopo di indirizzare le politiche di promozione e realizzazione di uno sviluppo socio-economico sostenibile e durevole e di un uso consapevole del territorio regionale, attraverso la riduzione dell’impegno di suolo, la conservazione e il recupero degli aspetti e dei caratteri peculiari della identità sociale, culturale e ambientale del territorio dai quali dipende il valore del paesaggio toscano".

Borrini e Cairo richiamano alcuni passaggi chiave del Pit, ricordando anche gli obiettivi del Piano in ottica di salvaguardia e riqualificazione, e incalzano: "Se il Poi serve ad assicurare uno sviluppo sano e sostenibile, stabilendo le porzioni di territorio sia urbanizzato che rurale in cui è possibile intervenire con operazioni di trasformazione o di tutela, allora il recupero e la protezione formale delle ANPIL rappresentano opportunità uniche per gli amministratori. Il fiume come elemento del paesaggio di Lunigiana riveste particolare importanza paesaggistica, educativa e didattica, oltre che gestionale nella micro-regione; la sua corretta gestione e conservazione con il parziale ripristino dell’area di pertinenza fluviale su cui oggi insistono quelle attività produttive e aree residenziali richiamate dal PIT è condizione essenziale per conservare l’equilibrio tra paesaggio naturale e antropico e garantire l’erogazione dei ben noti servizi ecosistemici che il bacino fluviale offre ai suoi abitanti".

Un sistema fluviale sano e integro risponde sia alle esigenze di sicurezza sia al benessere del territorio. Fiume che peraltro rappresenta un habitat in grado di riservare sorprese come, ricordano, la recente ‘riscoperta’ della Latrea Clandestina, o ancora la Lontra. Luoghi e ambienti da tutelare e valorizzare, in una giusta ottica e con gli strumenti corretti, nell’ambito della pianificazione territoriale ma serve coraggio ed è questo che chiedono alle istituzioni.