"Ai nostri figli serve continuità scolastica"

I genitori di alcuni ragazzi diversamente abili lamentano i frequenti cambi degli insegnanti di sostegno. Gabelloni: "Ogni volta si ricomincia daccapo"

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di Monica Leoncini

La continuità scolastica? E’ fondamentale per bambini e ragazzi disabili. Lo sanno bene i genitori, che spesso si lamentano dei continui cambiamenti degli insegnanti di sostegno. E lo sa bene Lino Gabelloni, papà di un ragazzo con disabilità che frequenta le scuole superiori, a cui ogni anno è stata cambiata l’insegnante. "Ogni anno – racconta – questi ragazzi cambiano professore di sostegno. Mio figlio, in particolare, dalle elementari fino a ora che frequenta le superiori, ha cambiato un insegnante all’anno. Con questa metodologia perdiamo tempo: ci vogliono almeno due mesi per la conoscenza dei singoli ragazzi e poi si comincia sul serio a lavorare. Per fortuna mio figlio ha una patologia lieve, ma per altre famiglie non è così semplice, magari nei casi di autismo. C’è bisogno di continuità perché si deve trovare un’empatia, un clima di tipo familiare. Io farò richiesta per avere la stessa insegnante dello scorso anno, mio figlio si è trovato benissimo con lei, all’Agrario di Fivizzano. Quello che chiedo io, lo chiedono anche tante altre famiglie. So che si tratta di una legge nazionale, ma noi chiediamo ai presidi e al sistema di fare fronte comune e cercare cambiare la legge". Quest’anno poi tutto è ancora più complicato a causa della chiusura forzata delle scuole e delle lezioni online. "I ragazzi disabili – continua – hanno perso tantissimo, per loro è importante guardarsi negli occhi, vedere i gesti, sentire il contatto fisico, impossibile con le lezioni a distanza. La chiusura totale dei centri di socializzazione non ha aiutato, la scuola per loro è un luogo importante".

Lino Gabelloni, che fa parte della Lega per la Lunigiana, evidenzia anche altri problemi. "Purtroppo le ore di sostegno non sono le stesse per tutti – dice –, sono sempre meno rispetto agli altri ragazzi, inoltre i professori vengono assegnati tardi, i ragazzi con disabilità gravi spesso sono costretti a restare casa i primi mesi di scuola perché la classe non è ben strutturata. Questo incentiva l’abbandono scolastico. Come Lega stiamo cercando di prestare attenzione al periodo che viene dopo la scuola superiore: se i nostri ragazzi non hanno le basi il mondo del lavoro è inaccessibile. Alcune patologie più leggere, se vengono seguite, possono dare ottimi risultati. Purtroppo si parla poco dei disabili in adolescenza. Il mio, come quello di altri genitori, è un grido di aiuto, il periodo adolescenziale non è semplice. La mia esperienza è stata positiva e ringrazio per questo Floriana Lazzarotti e tutti gli insegnanti di mio figlio".