Agrolab, è ancora braccio di ferro "L’azienda indisponibile a trattare"

Del Vecchio della Cgil pensa a forme di protesta per arrivare a una soluzione

Prosegue il braccio di ferro tra sindacati, istituzioni e i vertici di Agrolab Ambiente, l’azienda che sta dismettendo il laboratorio analisi dello stabilimento di via Frassina a Nazzano, con la consegunete perdita di 17 posti di lavoro. La riunione fiume di mercoledì durata sette ore tra il general manager di Agrolab group, Benoit Lasserre, la Cgil, la sindaca Serena Arrighi e l’assessore regionale Alessandra Nardini non ha avuto l’esito sperato. Il sindacato ha chiesto la cassa integrazione per i diciassette dipendenti, ma i vertici aziendali hanno messo sul tavolo proposte alternative come buonuscite per una parte di lavoratori. Intanto stamani i sindacati si incontreranno con i lavoratori per decidere come procedere con la vertenza e con quali forme di protesta. "Nonostante sette ore di trattativa siamo allo stallo – commenta Nicola Del Vecchio, segretario della Cgil –. L’azienda non intende aprire la procedura della cassa integrazione, secondo noi per motivazioni pretestuose e a ridosso della chiusura della procedura di mobilità. Abbiamo chiesto degli ammortizzatori sociali per i lavoratori, ma a quanto pare chi trattava al tavolo non aveva il mandato per farlo. E così si è rilanciato per un altro appuntamento. Questo comportamento denota una completa mancanza di rispetto per i lavoratori. Una situazione assurda. Sono state fatte delle proposte – conclude Del Vecchio –, ma nessuna prendeva in considerazione la salvaguardia di tutti i lavoratori. Da Agrolab non intendono rimettere in discussione la politica aziendale, e si è capito che c’è indisponibilità ha trovare un accordo per la ricollocazione dei lavoratori. Sono distanti dalle nostre richieste. Ci sarà una nuova assemblea con i lavoratori per ragionare sul da farsi a ridosso scadenza della procedura, e per decidere la protesta". .

Alessandra Poggi