REDAZIONE MASSA CARRARA

Abbattuto a Fivizzano il primo esemplare

Si tratta di un maschio con un’età tra i 6 e gli 8 anni . Dal 2014 si monitora. l’incremento di questi animali

Sicuramente, la caccia al cervo, è fra quelle più difficili,specialmente se esercitata seguendo le regole e le normative vigenti. In Lunigiana, nonostante fosse possibile prelevare i cervi già dall’autunno del 2019, finora non ne era ancora stato abbattuto nessun esemplare. Il primo prelievo ufficiale è infatti avvenuto nella metà dello scorso mese di settembre,all’interno di un’area boscata del Comune di Fivizzano, ad opera del titolare di un’armeria di Massa. Si è trattato di un capo adulto, un maschio di età compresa fra i 6 e gli 8 anni che, appena abbattuto è stato munito di apposito contrassegno indicante l’autorizzazione al prelievo. Successivamente è stato valutato e misurato dal personale tecnico prima di venire consegnato al controllore che l’aveva colpito. Si è potuti giungere a questa fase innovativa nel mondo venatorio locale, grazie all’impegno di Filippo Merlini, presidente dell’ambito territoriale Caccia MS13, sotto il coordinamento del tecnico faunistico dr. Paolo Bongi. L’iniziativa era sorta nel 2014, nel mese di settembre, con i conteggi della popolazione dei maschi adulti che, durante la stagione degli amori, richiamano le femmine emettendo forti e prolungati bramiti. Un censimento che, fino dai primi albori, ha visto la collaborazione di appassionati cacciatori e studenti universitari appostati durante la notte degli ultimi giorni di settembre in luoghi strategici nelle vallate della Lunigiana per ascoltare e quindi enumerare il bramito dei cervi presenti. La consistenza dei maschi adulti, progressivamente negli anni è andata aumentando a testimonianza della stabilizzazione della specie nel nostro territorio e l’incremento numerico della stessa.

I risultati del monitoraggio hanno quindi giustificato il passo successivo della gestione faunistica, cioè il prelievo selettivo di alcuni esemplari. Questa azione rappresenta l’ultimo atto nella gestione faunistico-venatoria di una specie e serve per mantenere l’equilibrio fra i vari gruppi di selvatici, soprattutto fra gli ungulati, i quali presentano incrementi annui divenendo sovente causa di danni alle culture e problemi a carattere sociale.

Roberto Oligeri