"A Tokyo mi è mancato soprattutto il pubblico". Le emozioni di Musetti alle Olimpiadi

Il tennista a cuore aperto racconta la fantastica esperienza dei giochi, dalla convocazione a sospresa al doppio con Sonego

Lorenzo Musetti

Lorenzo Musetti

Carrara, 1 luglio 2021 - Una convocazione improvvisa e inattesa, un sogno avverato, una esperienza indimenticabile. Non è durata molto, ma è stata ugualmente emozionante la partecipazione di Lorenzo Musetti ai giochi della 32esima olimpiade di Tokyo. Classe 2002, numero 61 del ranking mondiale, il giovane tennista carrarese è stato chiamato all’ultimo momento dalla federazione italiana del tennis, per sostituire il rinunciatario Jannik Sinner. E Musetti non se lo è fatto ripetere, ha preso la valigia (che ormai è sempre pronta) ed è volato in Giappone (insieme a Fabio Fognini e Lorenzo Sonego, agli ordini dei tecnici Filippo Volandri e Umberto Rian) dove un sorteggio non benevolo nel singolo lo ha messo subito di fronte al numero 44 del ranking mondiale. Nel doppio in coppia con Sonego, ha passato il primo turno, ma già nel secondo si è trovato davanti la coppia più forte del pianeta. Lo abbiamo intercettato di ritorno dal Giappone e già in partenza per i prossimi impegni in Canada. Che cosa vuol dire partecipare ad una Olimpiade? "E’ un bel traguardo, il coronamento di tanti sacrifici che hanno prodotto dei risultati". Che clima hai trovato? "Un clima caldo in tutti i sensi, peccato la mancanza del pubblico, sarebbe stato ancora più bello, ma in fondo è sempre una Olimpiade". Come giudichi le tue prestazioni nel singolo e nel doppio? "Il sorteggio non mi ha favorito, ma nel singolare non ho espresso il miglior tennis mentre nel doppio ho giocato bene scontro i favoriti del torneo che contro di noi hanno perso anche un set". E il terreno di gioco? "Mi è piaciuto, è un cemento outdoor dove mi sono trovato bene. Per un attimo hai pensato di poter arrivare a una medaglia, in considerazione che molti top 50 hanno rinunciato alle Olimpiadi? Ci speravo, ma poi quando sei in campo ci sono tanti fattori che determinano il risultato". In Giappone il tennis italiano non è andato bene, cosa ne pensi? « E’ molto difficile arrivare in fondo ad un torneo così, il tabellone era forte". Come hai vissuto queste due settimane nella terra dei samurai? "Eravamo alloggiati al villaggio olimpico, gli spostamenti erano molto limitati, ma quello che mi ha colpito sono stati i letti di cartone, che al posto della rete hanno del cartone (studiati per evitare che nello stesso letto giaccia più di una persona, ndr.) ma abbiamo verificato che comunque reggevano ugualmente". Sei partito da Tokyo con un arrivederci a Parigi 2024? "Spero proprio di sì". Quali sono adesso i tuoi prossimi impegni? "Nelle prossime ore parto per il Canada dove a Toronto parteciperò ad un torneo ATP 1000; quindi sarò negli USA a Cincinnati, per un altro ATP 1000; ancora negli Stati Uniti a Winston Salem per un ATP 250 e infine, ai primi di settembre, agli USA Open di New York, un 2000 del circuito del grande slam".