
Tanti i borghi “da sfogliare“, non solo il centro storico del capoluogo. Uno di questi è Cavezzana Gordana che lunedì scorso è stata visitata dagli alunni della scuola primaria dell’Istituto Tifoni nell’ambito della manifestazione “Un borgo da sfogliare“ che propone 15 eventi nel corso di questa settimana alla vigilia del Premio Bancarellino.
Gli oltre 80 bambini partecipanti hanno passeggiato in mezzo alla natura, ammirato gli animali, toccato l’acqua del fiume e ascoltato le parole delle due guide Pierangelo Caponi di Sigeric e del professor Fabrizio Rosi, residente dello splendido paesino. Cavezzana Gordana è la porta che si apre sugli Stretti di Giaredo. Il percorso si snoda tra gole di diaspri verdi, rossi e gialli alti anche trenta metri. Le acque limpide del torrente Gordana scendono dai monti di Zeri verso la Magra e nei secoli hanno inciso fosse aspre e profonde creando un ambiente incontaminato che da qualche anno è meta di escursionisti e canoisti. Al centro del paese la chiesa di Santa Maria Assunta, parrocchia autonoma dal 1622 al 1986, che trova origine in una cappella, citata nelle Decime Bonifaciane della fine del XIII secolo.
La passeggiata lungo lo storico percorso ha portato gli alunni alla chiesa e al borgo. I bambini hanno potuto ascoltare la storia dell’antico mulino, percorrere il sentiero che porta alla chiesa di Santa Maria Assunta, dove hanno sostato nell’aia panoramica sotto il campanile, osservando vecchi strumenti di lavoro, che hanno scatenato in loro tante curiosità. La visita al borgo e al vecchio gradile ha preceduto l’arrivo agli Stretti di Giaredo: la guida Pierangelo Caponi ha catturato l’attenzione dei bambini con tanti spunti di riflessione sul tema del fiume. Non sono mancati un saluto ai cavalli del Ranch “La Virgola“ e poi le attività ricreative e scientifiche condotte dalla veterinaria Giovanna Spreafico, che è anche apicoltrice. "Ho tenuto a inserire in “Un borgo da sfogliare“ questa passeggiata storico-naturalistica a Cavezzana Gordana - dice l’assessore all’Istruzione Annalisa Clerici – perché conosco bene le potenzialità di questo piccolo paesino di campagna. Fino a 14 anni ho vissuto qui vicino, in quest’oasi di pace nella natura. Qui si sentono e si vivono le tradizioni del passato, grazie soprattutto a chi questo borgo lo vive ancora, conservandone e custodendone preziosamente le tracce con grande passione e attenzione".
Natalino Benacci